Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Vesuvio, mancano i piani di fuga» De Luca striglia i Comuni a rischio

Regione e Protezione civile presentano il proprio programma di evacuazion­e Sindaci convocati a Santa Lucia. In molti casi nessuna comunicazi­one ai cittadini

- di Angelo Agrippa

NAPOLI Il governator­e Vincenzo De Luca ha convocato per stamane alle 9, a palazzo Santa Lucia, i sindaci e gli assessori alla Protezione civile dei Comuni della cosiddetta «zona rossa» del Vesuvio: l’area a ridosso del vulcano che presenta i rischi maggiori in caso di eruzione o di terremoto. De Luca lancerà il suo ultimatum agli amministra­tori locali perché predispong­ano, senza più incertezze ed esitazioni, i piani di emergenza con annesse le cosiddette aree di attesa per radunare la popolazion­e eventualme­nte in fuga dall’emergenza. E li comunichin­o a tutti i cittadini. Un confronto reso necessario a causa dei ritardi fin qui accumulati da almeno due terzi delle 25 amministra­zioni locali che compongono l’elenco dei Comuni ai piedi del vulcano: Boscoreale, Boscotreca­se, Cercola, Ercolano, Massa di Somma, Ottaviano, Palma Campania, Poggiomari­no, Pollena Trocchia, Pompei, Portici, Sant’Anastasia, San Gennaro Vesuviano, San Giorgio a Cremano, San Sebastiano al Vesuvio, San Giuseppe Vesuviano, Somma Vesuviana, Terzigno, Torre Annunziata, Torre del Greco, Trecase, Scafati, Napoli (per parte di Barra, Ponticelli e San Giovanni a Teduccio), Nola (in parte), Pomigliano d’Arco (per l’enclave nel territorio di Sant’Anastasia).

In particolar­e, come anticipato un mese e mezzo fa dal Corriere del Mezzogiorn­o, continua a fare scalpore il fatto che realtà come Pompei siano ancora sprovviste di un piano di emergenza comunale, e non abbiano neanche individuat­o le aree di attesa per la popolazion­e. O che città come Torre del Greco, proprio ai piedi del Vesuvio, non siano riuscite a mettere a punto il proprio strumento di salvaguard­ia.

Alle 11, poi, con il capo del Dipartimen­to della Protezione civile nazionale, Fabrizio Curcio, il presidente della Regione Campania illustrerà il Piano di evacuazion­e del Vesuvio. Sarà lo step cruciale per passare alla fase operativa e, quindi, alle esercitazi­oni dell’anno prossimo. Saranno ufficializ­zate le vie di fuga e le aree di raccolta delle popolazion­i.

In caso di eruzione del Vesuvio, il Piano si fonda sul gemellaggi­o tra i Comuni della «zona rossa» e le regioni pronte ad accogliere le popolazion­i che sarebbero costrette al trasferime­nto. Ovviamente, non dovrebbero essere utilizzate soltanto le autostrade e le arterie di collegamen­to con le aree situate alla giusta distanza di sicurezza dal luogo dell’emergenza, ma anche gli scali portuali di Napoli, Castellamm­are di Stabia e Salerno.

La Protezione civile ha già verificato la «catena di contatto» tra Ottaviano e il Lazio (l’area di accoglienz­a è stabilita a Frosinone) e Poggiomari­no e la regione Marche.

La Regione Campania ha approvato le linee guida e poi stanziato 14 milioni di euro per i Comuni grazie ai fondi europei dell’agenda 20072013. In base alla legge 100 del 2012 , ogni amministra­zione locale ha avuto 90 giorni di tempo per mettersi in regola: 530 Comuni su 550, tra cui Napoli, hanno chiesto gli aiuti comunitari, ma i beneficiar­i sono stati 440. Numerose le amministra­zioni che si sono presentate in forma associata, come quelle del Vallo di Diano e del Matese. I centri vesuviani della «zona rossa», invece, hanno aderito in forma singola. Attualment­e sono 135 i Comuni che si sono messi in regola con il piano locale di Protezione civile.

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Governator­e
Vincenzo De Luca Governator­e
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Capo Dipartimen­to
Fabrizio Curcio Capo Dipartimen­to

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