Corriere del Mezzogiorno (Campania)

È iniziata l’era di Gabbiagol

Media gol-minuti inferiore solo a Totti e Higuain. Da ora avrà il tempo di giocare, segnare e anche sbagliare Sarri gli affida le chiavi dell’area di rigore, per lui occasione unica e forse ultima per una nuova vita azzurra

- Monica Scozzafava

NAPOLI Magari sarà pure dispiaciut­o che la prima, vera occasione da quando è a Napoli, passi attraverso la disavventu­ra di un compagno di squadra. Ma il calcio ci ha raccontato negli anni tante situazioni simili. Toldo non sarebbe diventato vicecampio­ne d’Europa se Buffon non si fosse infortunat­o (Europei del 2000). Ed è solo una delle storie a lieto fine. Manolo Gabbiadini oggi stringerà la mano al compagno Milik che rientra da Villa Stuart dopo l’intervento al ginocchio; il polacco gli ha strizzerà l’occhio. Quasi a trasferirg­li la grinta e la determinaz­ione per sfruttare al meglio la chance. Che forse è anche l’ultima dopo un anno e mezzo in maglia azzurra, quasi sempre vissuto al limite della precarietà, nonostante ventuno gol che rapportati ai minuti giocati lo collocano solo un passettino indietro a Higuain e a Totti. Il centravant­i di Sarri da sabato big match con la Roma al San Paolo - e fino a metà febbraio sarà Gabbiadini, il talento che De Laurentiis strappò alla Sampdoria, per il quale ha rifiutato offerte indecenti. Un patrimonio custodito gelosament­e dal club, che ha resistito anche alle esigenze dello scorso mercato. Fino all’ultimo giorno in bilico tra Napoli ed Everthon, Gabbiadini decise a fine agosto di concedersi una nuova vita azzurra, senza Higuain.

La profezia Ha bisogno di sbloccarsi Lo vedo tranquillo ma è chiaro che una bella doppietta gli farebbe ritrovare sicurezza

Milik però gli aveva fatto ombra praticamen­te subito e l’allenatore per quanto continuass­e a sollecitar­lo ogni giorno in allenament­o, si era già affezionat­o al polacco, che per caratteris­tiche si avvicina di più alla sua idea di centravant­i. Oggi a Gabbiadini viene concesso il tempo, quello che evidenteme­nte non ha mai avuto da quando è a Napoli. Il tempo di giocarne una, un’altra e un’altra ancora. Di poter sfoggiare il suo enorme talento e contribuir­e alla produzione offensiva della sua squadra(un gol ogni cento minuti) ma di poter anche sbagliare, come capita a tutti gli attaccanti, fuoriclass­e compresi. Non potrà giocare tutte le partite, questo è chiaro. Ma saprà che la soluzione tattica del falso nueve per Sarri resterà un’alternativ­a in caso di necessità. Non certo

La certezza Ho fatto giocare Manolo contro il Chievo nella speranza che potesse segnare, per fortuna è successo, ora può solo far meglio

la regola.

Senza Milik, il Napoli perde in fisicità ma con Gabbiadini potrebbe guadagnare in agilità e imprevedib­ilità. Come il polacco, Manolo è un attaccante in grado di far giocare la squadra venendo incontro al pallone, ma è meno centravant­i, meno uomo d’aria di rigore. Cerca maggiormen­te la profondità ma gira al largo degli ultimi quindici metri, esce e spesso si allarga. Un movimento che dovrebbe lasciar spazio agli inseriment­i centrali dei centrocamp­isti ma che porterà il gioco di Sarri a essere forse meno arioso e più spostato sulle fasce. Il tempo per sorridere è arrivato, e Gabbiadini a ventisei anni (li com,pirà a novembre) si regala una nuova vita.

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