Corriere del Mezzogiorno (Campania)
CULTURA, MOTORE PRIMARIO
Sarà stato il retaggio di una cultura che ha voluto separare l’attività intellettuale da quella produttiva. O più semplicemente il pregiudizio dei luoghi comuni riassunto nell’affermazione: «Con la cultura non si mangia». L’Italia ha vissuto per troppo tempo in una dicotomia sterile, frutto anche di una contrapposizione ideologica tra pubblico e privato. Ma i due mondi, quello della cultura e quello dell’economia, ora sembrano rompere l’incantesimo. Se ne discuterà domani a Napoli, a
CasaCorriere, con il presidente di Confindustria Boccia e se ne è discusso lo scorso lunedì, quando Fondazione Symbola e Unioncamere hanno presentato in un seminario a Roma l’annuale rapporto «Io sono cultura» che analizza l’Italia della qualità e della bellezza. La novità è che l’incontro si è svolto nella sede della Confindustria. Attorno a un grande tavolo si sono seduti i ministri Calenda e Franceschini, la vicepresidente del Senato Fedeli, rappresentanti del turismo, delle associazioni di tutela del patrimonio artistico e del paesaggio, direttori di musei, dirigenti di fondazioni, esponenti dell’informazione. Il presidente di Confindustria, insieme con l’infaticabile Ermete Realacci, anima del rapporto, ha voluto un grande brain storming su come dare energia all’Italia della bellezza. Per affermare che la cultura può essere un valore aggiunto del Paese. Non è dunque solo la cultura ad aver bisogno in questi tempi difficili dell’economia. Ma anche l’economia della cultura. Non si tratta solo di chiedere soldi per restaurare e proteggere i tesori del nostro passato e della nostra tradizione.