Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Il ministro Calenda guida le truppe del Sì
Domani a Napoli il responsabile dell’Industria con Macry, Prezioso, Scudieri, Ventre e Barbarisi Mentre il 12 e il 13 novembre mezzo governo al dibattito sull’economia organizzato dal governatore
NAPOLI Allarme, ci risiamo. Ad ogni ultima elezione, il Sud, un tempo governativo, si ribella. Anche stavolta nella partita della vita, par di capire, Matteo Renzi rischia da Roma in giù. Stando alle ultime rilevazioni il No è avanti di due punti in Italia, ma nel Mezzogiorno di almeno 16. Con Napoli capitale. Per ovvi motivi, dunque, il fronte del Sì corre ai ripari e, dopo aver latitato, cala a grandi passi in città e in Campania. Oggi Matteo Renzi sarà da premier in prefettura al fianco di Luigi de Magistris per firmare l’agognato patto per l’area metropolitana. Trecento milioni sull’unghia, a cui si aggiungono i 600 milioni destinati a salvare l’Eav, tanto per parlare degli ultimi due provvedimenti in cantiere. Ma poi sarà nell’Irpinia demitiana da segretario del Pd per fare campagna elettorale in casa dell’avversario. Tanto che la segretaria regionale del Pd, Assunta Tartaglione dice: «Il fronte del no è variegato, mette insieme tutto e il contrario di tutto ed è guidato da alcuni esponenti della Prima Repubblica, che vorrebbero sfruttare questa occasione per tornare in campo. L’Irpinia riassume perfettamente questo quadro e proprio in questi contesti vogliamo far sentire più forte la voce del sì». E guarda un po’ venerdì Enrico Mentana su La7 ospiterà proprio il faccia a faccia tra Renzi e Ciriaco De Mita.
Domani, invece, al teatro Sannazaro arriva il ministro Carlo Calenda, padre di Industria 4.0, programma pluripremiato da Confindustria. Organizzato dal comitato deluchian-nicodemiano Ragione pubblica, l’iniziativa nasce per dare voce ai napoletani. Tant’è che, prima delle conclusioni ministeriali, parleranno lo storico Paolo Macry, il presidente di Confindustria Ambrogio Prezioso, l’imprenditore Paolo Scudieri, i professori universitari, Giorgio Ventre, Luigi Fusco Girard, Alfonso Barbarisi, Micla Pennacchio docente al liceo Genovesi e poi medici, professionisti. Insomma un bel po’ di cosiddetta società civile che si schiera per il Sì alla riforma costituzionale.
Ovviamente nella geografia renziana per racimolare un po’ di voti meridionali il pezzo da novanta resta Vincenzo De Luca. Il governatore sta scaldando i motori. Per ora non si è particolarmente impegnato. Ovviamente è schierato per il Sì, differentemente da altri colleghi, ma non ha tralasciato di dire che ci sono delle criticità: «La riforma, che non mi trova sulle prime convinto, può essere sempre migliorata, tuttavia è l’unico modo per uscire dalla palude in cui è piombata l’Italia».
Detto questo è corteggiatissimo dalle tv che lo vorrebbero per un faccia a faccia al veleno contro qualche esponente del No. Di sicuro a breve cominceranno ad aumentare i suoi impegni a sostegno della causa. Cominciando oggi e poi sabato con un singolare parterre (Giuliano Ferrara, Claudio Martelli e Valerio Onida).
Le due giornate per l’Economia che sta organizzando il 12 e il 13 novembre vedranno presente mezzo governo. Renzi chiuderà la domenica e con ogni probabilità parlerà lui di referendum. Ma, dicono a Santa Lucia, De Luca è pronto per tirare la volata. Lo si vedrà già oggi.