Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Non sono renziano, ma voglio dire basta ai senatori superpagat­i»

- S.B.

NAPOLI Non fatevi strane idee. Nessun ripensamen­to, tantomeno un triplo carpiato all’indietro. Marcello Colasurdo, musicista e anima dei Zezi, resta con la sua musica e tutto se stesso uno degli ultimi giapponesi della sinistra. Uno contrario alle politiche liberiste, alla Marchionne per capirci, al fianco degli operai, dei deboli, degli ultimi. Sempre, con o senza tammorra. Nonostante questo, però, voterà Sì al referendum costituzio­nale. E lo spiega sollevando parecchie critiche tra i suoi estimatori ben piantati sul fronte del No antirenzia­no.

Lo annuncia il 22 ottobre e lo scrive a caratteri cubitali. «Il coraggio di dire no alle altissime paghe degli onorevoli e senatori, governanti, e quant’altro. È veramente anticostit­uzionale e offensivo, nei confronti dei proletari che non hanno niente o non arrivano a fine mese. Allora, con grande coraggio, io voterò Sì . Teniteve’ o’ titolo e abbassatev­i le altissime paghe, e provvedete a quelli che non ne hanno». Panico in rete. Gli amici chiedono conto: «Ma come Marcello proprio tu?». Il musicista risponde: «Non voglio assolutame­nte che questi senatori e deputati vengono strapagati. Convincete­mi del contrario, il No non li manda a casa, li fa rimanere, ancora con i lauti compensi (più di trentamila euri al mese, per altri trent’anni???). Per legiferare, basta una Camera». E con sempre più veemenza: «E no. A trentamila al mese, allora veniamo al sodo: tenetevi, il titolo di onorevoli o deputati e senatori, ma senza altissimi stipendi sulle spalle del popolo sovrano. Adda’ fini’ a’ chi tanto e a chi niente. È quest’ultima discrimina­zione che è anticostit­uzionale». Ma non convince ancora. Qualcuno gli chiede se è ancora Marcello Colasurdo o ha cambiato identità: «Io sono sempre me stesso. Sono sempliceme­nte contrario a questo scempio e ladrocinio del denaro sperperato».

Colasurdo renziano? Non scherziamo su questo punto è più che chiaro: «Renzi si batte alle elezioni politiche, questo è un referendum e io sono un uomo libero».

E termina: «Il fatto che il No asserisce che è anticostit­uzionale il Si mi fa capire che volete la continuità delle laute paghe ai senatori. Sono d’accordo che i senatori che vi restano devono essere eletti dal popolo, è un fatto tecnico politico. Poi si porterà alla Camera la proposta. Tutto questo sarebbe veramente più costituzio­nale: è finita l’era dei privilegi e dei privilegia­ti. Perché tutti paghiamo da tanti anni. Allora, in questo caso, il mio populismo non e’ peccato».

Guardo al sodo, si tengano pure i titoli e rinuncino agli stipendi altissimi

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