Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Ecco i dettagli dell’intesa Tra premier e sindaco la firma va in streaming
Stamattina il vertice in Prefettura dopo due anni di gelo L’incontro trasmesso su Facebook e sul sito del Comune
Centottanta milioni per Napoli est. E’ questa la fetta più consistente degli investimenti contenuta nel «Patto per Napoli» che, stamattina alle 11, il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, siglerà col sindaco de Magistris in Prefettura. Una firma con tanto di streaming — modello Cinquestelle prima maniera — sul sito del Comune e su Facebook.
Si tratta di un documento che può cambiare il volto della città grazie a 308 milioni complessivi di fondi statali ed europei. Un flusso di denaro che in città non si vede da anni e che occorre per interventi strutturali, opere da realizzare, e non per ripianare debiti come è stato per il decreto 174 sul predissesto oppure con lo Sblocca pagamenti. Le risorse saranno utilizzate per le bonifiche, per il depuratore, per l’eco-distretto e per rimettere in moto il Brt, il treno di piccole dimensioni che, su gomma, collegherà San Giovanni a Ponticelli e a Volla. Sempre sul fronte dei trasporti altri 44 milioni saranno destinati invece alla Metropolitana: si tratta di fonti di finanziamento nuove e non di quelle già stanziati dal Cipe; soldi necessari per completare i lavori della Linea 1 chiudendo tra qualche anno, di fatto, l’anello della metropolitana. In questo modo, ad esempio, il Centro direzionale sarà collegato a Miano con treni che faranno tappa a Secondigliano e all’aeroporto di Capodichino. Sempre nella zona Nord il Patto finanzierà anche l’officina di manutenzione dei treni della Linea 1, a Miano. Mentre sarà realizzata una nuova uscita della linea gialla a Materdei. Venti milioni saranno investiti sulla ex Ltr per completare la tratta Mergellina-Municipio, garantendo l’interscambio con la Linea 1; altri otto milioni, sosterranno invece la costruzione del parco archeologico di piazza Municipio previsto da Alvaro Siza, che ha disegnato la stazione dove Linea 1 e Linea 6 si incroceranno. Di milioni ne saranno destinati poi circa 25 alla manutenzione degli immobili pubblici e, in parte minore, al restauro degli edifici storici della città e al recupero delle scalinate storiche di Napoli. In questo secondo caso si tratta di una sorta di progetto Sirena-bis. Cinque milioni sono il finanziamento previsto per opere di consolidamento dell’Albergo dei Poveri. Mentre 20 milioni dovrebbero essere destinati al funzionamento della Città metropolitana.
Dunque, dopo due anni di scontri e polemiche la firma di questa mattina segna, per forza di cose, il disgelo tra governo e Comune. Almeno per qualche tempo. Renzi e de Magistris si ritroveranno seduti a parlare, e a scrivere accordi per Napoli, 803 giorni dopo quel fatidico 14 agosto del 2014, quando siglarono un protocollo d’intesa per la riqualificazione di Bagnoli che è poi caduto nel vuoto, col governo che ha commissariato l’area e il sindaco che ha cominciato una guerra senza esclusione di colpi contro questa decisione. Ma ora qualcosa è cambiato. Almeno in apparenza. «Dopo la firma i rapporti col governo miglioreranno», ha detto il sindaco che già il 29 settembre scorso, dopo aver parlato della difficoltà dei rapporti con Renzi anche al capo dello Stato, Sergio Mattarella, fu chiamato a Palazzo Chigi dal sottosegretario alla Presidenza, Claudio De Vincenti, proprio per definire il Patto per Napoli che poi in breve sarebbe arrivato alla firma. Anche se nel partito di Renzi c’è chi, come Valeria Valente, capogruppo pd in consiglio comunale, ha presentato un dossier per ricordare a de Magistris di come non sia riuscito a sfruttare i fondi per l’edilizia scolastica. Voce, questa, che comunque nel Patto per Napoli sarà inserita nel capitolo della manutenzione degli immobili pubblici.