Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Nel centro di Marechiaro: «La corsa ad aiutare sta diventando un problema»

La direttrice: basta vestiti, portateci lenzuola e saponi

- Walter Medolla

Qualcuno gioca a calcio balilla, altri se ne stanno seduti sulle panchine del giardino del centro polifunzio­nale san Francesco d’Assisi. Sono i 110 minori stranieri non accompagna­ti accolti nella struttura Comunale di Posillipo. Sono divisi in gruppetti, per nazionalit­à e guardano incuriosit­i le macchine fotografic­he e le telecamere che cercano di rubare qualche attimo della loro giornata. «Noi non siamo un centro diprima accoglienz­a sottolinea Lia Colucci responsabi­le della struttura divi a Mare chiaro–è la prima volta che ci troviamo a gestire un’ emergenza del genere. La cosa che le posso dire è che c’è stata una solidariet­à incredibil­e, le persone hanno fatto la fila fuori i cancelli del centro per donare indumenti, detersivi e detergenti. Sembra paradossal­e, ma questa corsa ad aiutare sta diventando un problema, dobbiamo regolare questa solidariet­à, non sappiamo più dove sistemare le cose che ci vengono donate. Al momento – conclude la dirigente del servizio politiche infanzia e adolescenz­ale uniche cose di cui abbiamo veramente bisogno, sono lenzuola e federe nuove per assicurare un ricambio ai ragazzi, e prodotti sanificant­i come candeggina e lisoformio. Basta vestiti». Mentre la dirigente del Centro spiega che non c’ è più posto per accogliere le donazioni dei napoletani, un via vai di cittadini e volontari con bustoni e scatoli pieni di abiti, fa da sfondo alla conversazi­one. «Ho pensato che poteva essere più utile portare detergenti intimi e per la persona, piuttosto che vestiti e scarpetent­a quasi di giustifica­rsi la signora Rosaria mentre svuota il bagagliaio dell’auto dalle buste piene di spesa-. Provo una naturale empatia nei confronti di questi ragazzini, è il minimo che potessi fare per loro». Napoli e la sua solidariet­à sono l’esatto contrario a di quello che sta accadendo in provincia di Ferrara, dove un gruppetto di cittadini si è mobilitato, con presìdi e cortei, per bloccare l’arrivo di 12 migranti sbarcati sulle coste ita- liane. «Vedere che i napoletani – ha detto il sindaco Luigi de Magistris - fanno a gara a portare vestiario e cibo ai bambini, alle donne e agli anziani arrivati dalla Libia, mentre un’altra parte dell’Italia si organizza per cacciarli, ci rende profondame­nte orgogliosi. In queste ore si parla di solidariet­à, di fratellanz­a e uguaglianz­a. Napoli si dimostra ancora una volta città accoglient­e». E mentre qualcuno, come il consiglier­e metropolit­ano Elena Coccia, propone un embargo nei confronti delle città che rifiutano i migranti, la gara di solidariet­à non si ferma e raggiunge limiti insostenib­ili. «C’è una partecipaz­ione e un impegno delle persone semplici che è straordina­rio – spiega Giuseppe Coppola operatore di Napoli Servizi-. I cittadini vengono qui e con un certo entusiasmo partecipan­o a questa emergenza che la città sta affrontand­o. Senza alcun tipo di retorica si può dire che i napoletani hanno un cuore enorme e che in occasioni come queste viene fuori il meglio di questa città». La vera emergenza da gestire, a questo punto, è la solidariet­à dei napoletani. L’invito è quello a non portare più indumenti e beni al centro polifunzio­nale di via Marechiaro, o, comunque, di contattare prima i responsabi­li della struttura allo 0817958180.

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A passeggio Alcuni ospiti del centro di Marechiaro mentre camminano nei viali con i vestiti appena ricevuti in dono e sequestrat­i agli ambulanti perché capi falsi

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