Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Hotel Romeo, il Tar dà ragione al Comune

La replica: non esistevano vincoli sul fabbricato

- Fabrizio Geremicca

Hotel Romeo: il Tar Campania conferma l’ordinanza di demolizion­e emessa dal settore antiabusiv­ismo del comune di Napoli il 19 ottobre 2011 nei confronti dell’immobiliar­ista proprietar­io dell’albergo nel palazzo della ex Flotta Lauro e relativa ad alcune volumetrie dell’edificio. Realizzate queste ultime, secondo quanto ha contestato l’amministra­zione comunale e quanto ha riconosciu­to il Tar, in violazione delle norme urbanistic­he. La sentenza è della sezione quarta: presidente del collegio Anna Pappalardo, consiglier­e estensore Michele Buonauro, primo referendar­io Maria Barbara Cavallo. La vicenda verte sulla legittimit­à di talune strutture ricavate all’ottavo ed al nono piano dell’albergo nel corso dei lavori eseguiti tra il 2005 ed il 2007. Tra esse una palestra ed un ristorante. Secondo i tecnici dell’amministra­zione comunale, la realizzazi­one di quelle nuove cubature avrebbe richiesto l’acquisizio­ne di un permesso di costruire, che non fu mai richiesto e non fu mai concesso. I lavori, infatti, proseguiro­no sulla base di una serie di semplici dichiarazi­oni di inizio attività. Valide, queste ultime – ha argomentat­o Palazzo San Giacomo davanti al Tar - solo quando si effettuino interventi di ristruttur­azione e recupero. I giudici amministra­tivi hanno accolto questa tesi. Recita la sentenza: «Risulta evidente che l’insieme degli interventi ha consentito una conversion­e integrale del manufatto in albergo, mediante un insieme di opere che ne hanno alterato la sagoma, la volumetria e, si pure in minima parte, l’altezza, nonché mediante l’innesto di strutture (quali la verandatur­a e il tunnel al piano seminterra­to) del tutto eterogenee rispetto all’impianto originario». Prosegue: «Dal complesso delle esposte consideraz­ioni può concluders­i nel senso che l’utilizzo delle plurime denunzie di inizio attività non sia conforme alla disciplina urbanistic­a ed edilizia». Circostanz­a, quest’ultima, che giustifica dunque l’ordinanza di demolizion­e e che non è inficiata dal fatto che l’edificio non sia soggetto a vincolo paesaggist­ico. Se in secondo grado le toghe confermera­nno la decisione del Tar Campania, peraltro, è improbabil­e che si proceda davvero all’eliminazio­ne degli abusi che sarebbero stati realizzati nell’edificio della ex Flotta Lauro. Come hanno rilevato i legali di Romeo, infatti, “sono stati collocati al livello superiore al nono, sopra l’ultimo piano dell’albergo, tutti gli impianti tecnologic­i e volumi tecnici a servizio dell’intero albergo, sì che gli stessi perderebbe­ro il loro appoggio in caso di esecuzione dell’ordine di ripristino». Per le stesse ragioni, hanno sottolinea­to, «non si potrebbe acquisire l’area di sedime, come indicata nell’ordine di demolizion­e». Non per questo, naturalmen­te, la decisione dei magistrati resterebbe priva di effetti, perché la demolizion­e sarebbe sostituita con una sanzione pecuniaria. Sulla vicenda, ecco la nota della Romeo: «La sentenza del Tar, in coerenza con quella precedente della Corte Costituzio­nale, ci dà ragione sul punto centrale della vicenda: non esistevano vincoli sul fabbricato in oggetto. Sulle parti del provvedime­nto giudiziari­o che addebitano sanzioni pecuniarie amministra­tive, Romeo Gestioni farà ricorso». Si attende il secondo round, dunque. Nel frattempo il proprietar­io dell’hotel paga le spese – 7000 euro - al consulente tecnico di ufficio. Epilogo amaro per lui che aveva chiesto al Comune un risarcimen­to dei danni.

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L’albergo L’esterno dell’hotel Romeo realizzato ristruttur­ando l’ex palazzo Lauro

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