Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Cinque: i miei sogni marini realizzati in gommapiuma
Ha il pallino della tecnologia, ama la fisica e, suppongo, una chiara inclinazione al segreto. Me ne accorgo quando vedo pulsare il piccolo olio su tela, «Respiro» e non c’è nome più azzeccato, che a intervalli regolari fluttua silenzioso come un’onda leggera.
«È un movimento naturale» allude misterioso Marcello Cinque, che con la gommaspugna e la guaina liquida fa prodigi, negandomi, divertito, la soluzione dell’enigma. Così per la grande canoa bianca che ha sistemato al centro della Dafna Home Gallery di Danilo Ambrosino e Anna Fresa. «L’ho usata questa estate- dice godendo dello stupore generale-, l’ho messa in acqua, in Sardegna», dove a Sassari ha una cattedra all’Accademia di Belle Arti. Come farà a galleggiare quell’enorme piroga? Il segreto è nella sperimentazione felice di forme e materiali, l’utilizzo di nuove tecnologie che da tempo occupa la ricerca dell’artista di Ottaviano, particolarmente apprezzato a Parigi, Miami e Dubai, che ritorna a Napoli dopo l’esposizione al Blu di Prussia quattro anni fa. Nell’atelier del sontuoso Palazzo dei Principi Al- bertini di Cimitile, dove Dafna, in collaborazione con la Galerie Piéce Unique di Marussa Gravagnuolo e Christine Lahoud (è lì, nella capitale francese, che nel 2009 Cinque inaugurò la sua prima personale) ha allestito (vernissage alle 18) uno speciale percorso espositivo. Proprio lungo la monumentale terrazza affacciata su Santa Teresa degli Scalzi con l’intento dichiarato «di far dialogare le opere di Cinque con segni, forme e testimonianze architettoniche del Settecento napoletano».
Nove grandi sculture monocromatiche, prevalentemente ispirate alla fauna marina (irresistibili i due piccoli squali neri, ovviamente galleggianti assicura l’artista), gigantesche stelle marine, coralli tentacolari, vortici e orbite planetarie
Fauna Nove grandi sculture monocromatiche che raffigurano squali, coralli e stelle
abitano con solarità estiva le stanze della galleria insieme a sei nuovi lavori pittorici, «segnali leggeri» li chiama Cinque, a testimoniare le sue riflessioni. È un gioco di sottrazione quello di Cinque, sempre in bilico tra forma e materia, il tentativo artistico di resistere alla gravità, di azzerare il peso. Complici la morbidezza della gomma spugna, l’elasticità della vernice perfette nel replicare l’incessante movimento, ma anche l’assenza di movimento, delle creature viventi. Sulle tracce di Fontana e de Dominicis, attraverso la lezione dei grandi maestri, in fondo ne più né meno che il bisogno di realizzare i propri sogni. Fino al 27 novembre.