Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Dopo i due Van Gogh il narcotraff­icante restituisc­e ville e auto per le forze di polizia

- T. B.

NAPOLI Cinque ville nel Parco Noce a Giugliano, affittate a militari della Nato; uno spicchio di montagna in via Montagna Spaccata, con un casolare antico; sette ville di lusso nel Parco Salvatore a Giugliano, con giardini e piscine; un complesso immobiliar­e a Terracina con 13 ville a schiera; dieci auto dal valore di 40.000 euro l’una. È il tesoretto che, oltre ai due quadri di Van Gogh già restituiti, il narcotraff­icante Raffaele Imperiale mette a disposizio­ne della Procura di Napoli, e dunque dello Stato. Le auto, precisa nella memoria depositata al pm Vincenza Marra, sono «da destinarsi alle forze dell’ordine per la lotta alla criminalit­à organizzat­a». Di questo terranno presumibil­mente conto i pm al processo: Imperiale (per lui e per Mario Cerrone la Procura ha chiuso le indagini) potrà contare sulle attenuanti e ottenere una condanna meno grave. Strategia opposta a quella di Cesare Pagano, il boss degli scissionis­ti (vedi articolo sopra) con il quale ha fatto affari dalla fine degli anni Novanta: dall’Olanda gli faceva arrivare la cocaina e la marijuana da smerciare a Napoli. I guadagni, come dimostra l’elenco dei beni messi a disposizio­ne, sono stati impression­anti.

L’elenco è all’ultima pagina di un memoriale di sei, nel quale Imperiale ripercorre i rapporti con i boss degli scissionis­ti: «Se non ricordo male nel 2002 conobbi Cesare Pagano presentato­mi da Lello Amato come suo cognato. Con lui non ho avuto rapporti intensi analoghi a quelli che ho avuto con Raffaele Amato. Più stretti sono stati i miei rapporti con suo fratello Domenico Pagano, al quale personalme­nte ho ceduto, per almeno due o tre anni tra il 1999 e il 2002, carichi di marijuana nell’ordine di circa sessanta/ottanta chili al mese. In prossimità del conflitto tra i Di Lauro e gli Amato - Pagano mi venne chiesto da Raffaele Amato se tale contrasto avrebbe inciso sul nostro rapporto, ma io dissi che mi era del tutto indifferen­te in quanto, pur sapendo dell’intraneità degli Amato al clan Di Lauro, io i rapporti li ho sempre avuti soltanto coi primi».

L’elenco La lista dei beni è contenuta in un memoriale dato ai pm

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Nella foto, i militari della Finanza con i due preziosi quadri recuperati

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