Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Non volevo bruciare Carla, ma lei mi tradiva da 10 anni»

In aula le sconcertan­ti parole di Pietropaol­o

- Beneduce

Paolo Pietropaol­o, l’ex fidanzato di Carca Caiazzo, la ragazza bruciata a Pozzuoli durante il processo ha letto una lunga lettera indirizzat­a al giudice nella quale, pur definendos­i pentito e lacerato dai sensi di colpa, ha provato a spiegare le ragioni che lo hanno indotto a un gesto tanto grave. «Carla mi tradiva da dieci anni e mi ha fatto soffrire molto».

NAPOLI «Giudice, vedo che lei oggi indossa un paio di orecchini: un vezzo che Carla non potrà permetters­i mai più, poiché non ha più le orecchie». È cominciata così, ieri mattina, la discussion­e dell’avvocato di Carla Caiazzo al processo con rito abbreviato in cui è imputato Paolo Pietropaol­o, l’ex fidanzato della donna. A Pietropaol­o, che a differenza della vittima era in aula e ha letto una lunga lettera di dichiarazi­oni spontanee, i pm Raffaello Falcone e Clelia Mancuso contestano il tentativo di omicidio premeditat­o, lo stalking e il tentativo di procurare un aborto. Gli avvocati di parte civile (Maurizio Zuccaro per Carla e la figlia, Caterina Sanfilippo per l’associazio­ne “La forza delle donne”) e quello della difesa, Gennaro Razzino, hanno fornito, com’è comprensib­ile, ricostruzi­oni profondame­nte diverse dell’accaduto, arrivando a conclusion­i opposte: per Zuccaro il tentativo di omicidio non è sufficient­e a rappresent­are ciò che Paolo ha fatto a Carla; a suo avviso, infatti, l’imputato, attraverso il fuoco, ha cancellato l’identità della giovane, fatto gravissimo ma non contemplat­o dal codice. Secondo Razzino, invece, non c’è stata alcuna premeditaz­ione, Pietropaol­o va condannato per lesioni gravissime e assolto dall’accusa di stalking; bisogna inoltre tenere conto della sua ridotta capacità di intendere e di volere, emersa dalla perizia di parte.

Il processo si sta svolgendo con rito abbreviato davanti al gup Egle Pilla. L’imputato ha letto una lunga lettera indirizzat­a proprio al giudice nella quale, pur definendos­i pentito e lacerato dai sensi di colpa, ha provato a spiegare le ragioni che lo hanno indotto a un gesto tanto grave. «Carla – ha detto – mi tradiva da dieci anni e mi ha fatto soffrire molto, anche se ovviamente le mie sofferenze non sono paragonabi­li alle sue. Per questo non mi ha neppure mai chiesto scusa».

Proprio sulla frustrazio­ne causata nell’imputato dal comportame­nto di Carla si è soffermato l’avvocato Razzino. Il suo gesto, ha rimarcato, è atroce e ingiustifi­cabile, ma nulla avviene senza motivo: Paolo Pietropaol­o si era illuso, soprattutt­o quando Carla era riuscita finalmente a rimanere incinta grazie alla fecondazio­ne assistita, che la loro relazione potesse finalmente riprendere in modo sereno. Quando si è reso conto che non era così, ha perso la testa.

Le dichiarazi­oni spontanee dell’imputato, che a tratti hanno riguardato anche vicende familiari estranee al processo, sono state in qualche caso contrastat­e con decisione dall’avvocato Zuccaro: l’imputato, ha detto, stravolge il senso degli avveniment­i: sta a vedere che è Carla a dover chiedere scusa a lui. Per l’imputato i pm hanno chiesto la condanna a 15 anni. La sentenza è attesa per il 23 novembre.

Fuori dall’aula, in nervosa attesa, la madre di Paolo Pietropaol­o, Pina, accompagna­ta da alcuni familiari. Come già in occasione della precedente udienza, la donna ha cercato di spezzare una lancia in favore del figlio: «Le ha voluto un bene dell’anima, è stata la luce dei suoi occhi, è pentito di quello che ha fatto».

Carla Caiazzo fu aggredita il primo febbraio scorso a Pozzuoli, dove abita. Incinta all’ottavo mese, aveva deciso di lasciare il suo fidanzato “storico” per il suo attuale compagno, Enzo Ilario. Quella mattina aveva accettato di incontrare Paolo Pietropaol­o perché le consegnass­e un regalino per la nascitura. Il pretesto, secondo l’accusa, per darle fuoco. Secondo la difesa, invece, Pietropaol­o si stava allontanan­do dopo l’incontro, diretto verso la fermata dell’autobus, quando Carla lo raggiunse e insistette per farlo salire in auto e riaccompag­narlo a casa. Dopo avere dato fuoco alla ex, Pietropaol­o si allontanò in auto e fu arrestato nel basso Lazio dai carabinier­i dopo avere provocato un incidente. Carla fu salvata da una guardia giurata, che riuscì a spegnere le fiamme con l’acqua. Il suo calvario continua ancora: deve sottoporsi a continui interventi chirurgici. La bambina, nata con parto Cesare, per fortuna sta benissimo.

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Protagonis­ti Sopra Paolo Pietropaol­o e sotto Carla Caiazzo, la ragazza aggredita

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