Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Apple, conclusi i primi tre corsi Le multinazionali scelgono gli allievi
Doppio meeting alla Parthenope. I docenti «promuovono» la didattica basata sulla sfida
NAPOLI Sessanta studenti della Parthenope hanno appena concluso il primo corso della Apple iOS Foundation, quello di base, e ora molti di loro si apprestano a cominciare quelli avanzati di programmazione per Apple Watch e Apple Tv. Ma ieri hanno già incontrato i rappresentanti di varie aziende che hanno deciso di valutare il loro lavoro in un’iniziativa volta al placement. Ampio il ventaglio delle multinazionali presenti: Accenture, Ntt Data Italia, Capgemini, Magma, Smartnet, Sms Engineering, Keylion, System Management, Bit4id, Wind H3G. Tutte molto interessate ai ragazzi, ancora più che alle app che stanno elaborando. Tanto che System Management ha preso contatti con alcuni di loro. Bit4id ha già fissato colloqui con parte degli studenti. Magma ha invitato un manipolo di ragazzi a frequentare un corso di formazione che non costituisce una vera assunzione ma è la prima tappa del percorso di inserimento. E anche i rappresentanti di Accenture sono parsi molto interessati. Insomma i primi link tra i ragazzi e il mondo della produzione sono stati creati. Considerando che alla Parthenope i corsi Apple sono riservati a studenti in corso, alcuni iscritti alla triennale e altri alla specialistica, e che quindi nessuno di loro è ancora laureato, il risultato è parso particolarmente soddisfacente ai docenti.
Docenti che giovedì, sempre a Villa Doria d’Angri, prestigiosa sede della Parthenope nella quale si svolgono le lezioni di programmazione, si erano confrontati con i colleghi che tengono i corsi Apple nelle altre sei università campane, compresa la Federico II che fa un po’ storia a sé perché i cicli sono di nove mesi, molto più lunghi di quelli che si tengono negli altri atenei dove la durata è di un mese. All’iniziativa, promossa da Apple International e quindi coperta dal consueto e incomprensibile patto di riservatezza, hanno preso parte Gilbert Ho, Daryl Hawes e Gilles Deltel della multinazionale americana. I «casi di studio», nell’occasione, sono stati i corsi già conclusi, cioè appunto quelli della Parthenope e quello del Suor Orsola Benincasa, con trenta allievi. All’incontro, voluto dal rettore Alberto Carotenuto e dal professore Alfredo Petrosino, per la Parthenope c’erano Michele di Capua, Antonio Agliata e Carmine Massei, mentre Roberta Presta e Federica Protti rappresentavano il Suor Orsola. L’analisi dei primi mesi di lavoro ha suscitato grande interesse tra i docenti che stanno per avviare le lezioni nelle altre università, tra i quali Vittorio Fuccella e Carmen De Maio di Salerno, Umberto Villano di Benevento, Giuseppe Nunziata e Luca Tasquier dell’Università della Campania, Johanna Monti e Michele Stefanile dell’Orientale. I quali hanno avuto occasione di confrontarsi anche con alcuni docenti dei corsi Apple della Federico II, tra cui Luigi D’Acunto, Francesco Sacerdoti e Maria Rita Di Berardini. Complessivamente è risultato molto positivo il giudizio sui risultati ottenuti con un metodo d’insegnamento molto diverso da quelli adottati in Italia: Cbl, challenge based learned, cioè «apprendimento basato sulla sfida», anzi su tante piccole sfide.
La valutazione sull’operazione Apple a Napoli è molto diversa dal giudizio espresso l’altro giorno da Roberto Saviano, che ne ha parlato criticando Renzi in visita a Scampia: «Non è più il tempo (in verità non lo è mai stato) di apparizioni politiche fugaci, delle consuete foto ricordo, di parole vuote e inconsistenti (inorridisco al pensiero di cosa sia davvero il presunto investimento di Apple al Sud, un investimento che in realtà è della Regione Campania e in cui l’azienda di Cupertino investe meno di 100 mila euro all’anno per una manciata di borse di studio)».
Allo scrittore hanno replicato quasi con le stesse parole il professore della Federico II Giorgio Ventre e Francesco Nicodemo del Pd, che ha postato: «Mi dispiace che Saviano inorridisca di fronte all’iOS Developer Academy della Apple a Napoli. Evidentemente non sa quello di cui parla o lo sa per sentito dire. Facciamo così, lo accompagno e se lo fa raccontare dai 200 ragazzi quanto sia straordinario il progetto, l’impatto che ha avuto sulle loro vite e sullo sviluppo del quartiere. Robbè, i guaglioni ti aspettano!». Per il momento nessuna replica.