Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Brivido Sarri
L’allenatore ha un contratto fino al 2020 ma aspetta un segnale da De Laurentiis per programmare la prossima stagione
NAPOLI Il nodo da sciogliere non è il contratto di Sarri, lungo fino al 2020 seppur con una clausola rescissoria da otto milioni con la quale l’allenatore può «liberarsi» a partire dalla fine della prossima stagione, ma quanto questo contratto rende sereno e ancora motivato Sarri. Lo scorso anno dopo le «turbolenze» di inizio trattativa gli era stato rinnovato e De Laurentiis all’allenatore che aveva portato il Napoli alla qualificazione diretta in Champions, aveva raddoppiato l’ingaggio. Nulla da aggiungere, dunque, fino al 2020? In teoria sarebbe esattamente così, ma nel calcio non esistono accordi definitivi fino a scadenza. Esiste invece l’abitudine di rinegoziare, di premiare. E di rinnovare la stima e la fiducia con l’unico strumento possibile, quello appunto del denaro. E se Maurizio Sarri oggi, molto di più di un anno fa, viene considerato maestro di calcio sia Italia che all’estero; se ha fatto esprimere al Napoli il calcio più bello d’Europa, ha reinventato Mertens centravanti supplendo di fatto alla doppia assenza di Higuain e Milik, qualcosa in più rispetto al contratto firmato dieci mesi fa si aspetta.
Non lo dice chiaramente, ma evidentemente lo pensa. Al punto da esternare il suo desiderio in conferenza stampa: diventar ricco con il prossimo contratto, intendendo - poi ha chiarito - dopo il Napoli. La reazione del presidente De Laurentiis( «prima vince i titoli e poi lo accontentiamo») un po’ lo ha spiazzato. Malumori a distanza, come già capitato altre volte. Le domande: giusto oppure no riaffrontare l’argomento contratto? E soprattutto: Sarri merita di più di un milione e mezzo l’anno? Giusto e meritevole sarà dare un segnale all’allenatore che ha battuto record di vittorie esterne e gol, che si avvia a chiudere un’annata straordinaria (nonostante l’attuale terzo posto) e che ha valorizzato molti componenti della rosa. D’altra parte, però: se avesse fatto male, nessuno gli avrebbe decurtato soldi dallo stipendio. Il club avrebbe dovuto aspettare (come da contratto) la fine del prossimo anno per «liberarsene» pagando una penale di un milione. Proprio come Sarri che, documenti alla mano, dovrà aspettare che un’altra società per strapparlo al Napoli paghi una clausola di otto milioni. Tutto qua, tutto a fine estete 2018.
Adesso c’è altro a cui dedicarsi: ci sono centottanta minuti per vincere due partite e sperare in un passo falso della Roma. Sarri non è purtroppo padrone del proprio destino, sul campo e anche fuori. Deve aspettare:che la Roma inciampi e che De Laurentiis gli dia poi un segnale. Quello affettivo e di riconoscenza i tifosi non glielo hanno mai negato, anche ieri a Castel Volturno. Sarri vuole provarci fino in fondo e per oggi ha programmato una doppia seduta di allenamento per tenere i muscoli degli azzurri vivi fino alla fine. Poi verrà l’estate con le sue trattative; la programmazione dei prossimi obiettivi. Con Sarri al comando, e su questo dubbi non ci sono. L’impegno sarà di mantenere in equilibrio un gruppo che ha trovato la giusta quadra con la riconferma di Mertens e di Ghoulam, rinnovi per ora ancora in bilico. Con un comandante in forma e motivato per raggiungere altri obiettivi. E quindi con qualche strappo alla regola dei contratti già firmati. Così da ritrovarsi in famiglia ancora una volta, così come dichiarò Sarri un anno fa dopo aver firmato il rinnovo.