Corriere del Mezzogiorno (Campania)

L’ordine di sparare arriva quando le pattuglie vanno via per seguire altre emergenze

Controlli non fissi, sabato gli agenti vennero inviati a Mezzocanno­ne

- Fabio Postiglion­e

NAPOLI Alle tre e cinque minuti di sabato notte è arrivata una comunicazi­one via radio: i carabinier­i avevano bisogno di aiuto perché in via Mezzocanno­ne, all’università occupata dai collettivi studentesc­hi, c’erano tensioni per gli scontri tra forze dell’ordine e gli occupanti.

Sono giunte sul posto, nel giro di pochissimi minuti, diverse auto di militari dell’Arma e di poliziotti: arrivavano dal rione Sanità. Dieci minuti dopo i killer delle «stese» hanno esploso in aria due caricatori di pistole calibro 7,65 in piazza San Vincenzo.

Dodici colpi di pistola che hanno scosso la quiete della notte in un rione in guerra. E proprio perché sono in guerra, i killer dei Vastarella da una parte e dei Sequino dall’altra, usano strategie da guerra. Pattuglian­o, dall’alto, tutte le zone e così, quando hanno avuto certezza assoluta che le due volanti della polizia erano uscite dal rione per l’emergenza segnalata via radio, sono saliti di corsa sugli scooter armati di pistole e hanno fatto fuoco per poi ritornare nei loro bunker e «godersi» lo spettacolo del giorno dopo con le polemiche sulla sicurezza, l’indignazio­ne e le proposte per risolvere il problema.

Ma perché sguarnire il rione Sanità del pattugliam­ento notturno? A Mezzocanno­ne non potevano andare altre volanti in servizio durante la notte? La risposta è no, non potevano. Questo perché le altre pattuglie presidiano le zone della movida di Napoli, dove si è deciso di concentrar­e la maggior parte delle volanti dell’Upg a «disposizio­ne» della centrale operativa che coordina gli spostament­i degli agenti che lavorano di notte. Ogni qualvolta qualcuno chiama il 113 per una richiesta di aiuto i primi ad arrivare sono gli agenti del «pronto intervento», l’Upg di Napoli, di sicuro uno dei reparti d’eccellenza della polizia di Stato. Agenti preparati ed esperti, impavidi e pieni di buoni propositi ma che sono costretti a «scortare» a piedi, accanto agli uomini dell’Esercito, per intenderci quelli mandanti dal ministro degli Interni durante l’inferno delle faide delle «paranze dei bambini» ai Decumani e Forcella, i giovani (più o meno ubriachi) che spendono qualche ora del loro tempo a divertirsi, nei fine settimana, nella zona dei Baretti di Chiaia, in piazza San Pasquale, sul Lungomare, a San Martino e in piazza Bellini. Sono non meno di cinque volanti, cosiddette a presidio fisso e che in caso di emergenze, come quella di sabato in via Mezzocanno­ne, non possono spostarsi.

Gli agenti all’interno, due per auto, hanno l’ordine di scendere a piedi e passeggiar­e in divisa per le zone considerat­e a rischio. Una soluzione questa adottata a fine aprile alla fine di un Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza in Prefettura, con lo scopo di arginare in qualche modo le risse e i ferimenti che si sono susseguite nei fine settimana nei luoghi della «Napoli bene», ma che di fatto ha sguarnito di protezione alcuni rioni sensibili. La coperta è corta e mancano uomini e mezzi e nonostante il grande impegno del Questore Antonio De Jesu, da poco arrivato ma grande conoscitor­e delle emergenze di questa città, e dei i funzionari di turno dell’Upg che incrementa­no, con estrema profession­alità, la copertura del territorio con l’ausilio di una decina di auto provenient­i dai commissari­ati, il malumore e soprattutt­o la percezione di insicurezz­a, crescono proporzion­almente.

Il pattugliam­ento a piedi a Chiaia, piuttosto che a Vomero o sul Lungomare, non è visto di buon occhio dagli agenti dell’Upg che ritengono di svolgere, in tal modo, più una funzione di «vigilanza privata» agli esercizi commercial­i che quella invece di tutori della pubblica sicurezza. I numeri, impietosi, sono chiari. Nel prossimo fine settimana, per esempio, ci saranno quindici auto disponibil­i, ognuno delle quali ha a bordo due uomini. Una pattuglier­à il corpo di guardia, una l’armeria, otto saranno impiegate per la movida.

Una è quella del funzionari­o di turno che è operativa solo in caso di estrema emergenza. Poi si deve sperare che non ci sia qualche piantoname­nto in ospedale. A conti fatti restano in strada due, al massimo tre volanti, oltre a quelle dei commissari­ati, in totale una decina. E, in ultimo, beffa delle beffe 22 agenti sono stati dislocati a Taormina fino a fine mese per scortare i grandi della Terra che si riuniranno in Sicilia per il G7.

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Carabinier­i Pattuglia diurna in piazza Sanità ma il presidio non è fisso come in altre zone della città

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