Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Rischio vulcanico, 54 Comuni senza piani Il governator­e striglia i sindaci: fate presto

Intanto passa al Senato il decreto bloccarusp­e. Falanga: «È un atto di giustizia per migliaia di famiglie»

- Roberto Russo

NAPOLI Gli scienziati lanciano allarmi sul rischio eruzione nei Campi Flegrei ma alcuni sindaci continuano ad accumulare ritardi nella preparazio­ne dei piani di emergenza. Ieri lo ha confermato anche il governator­e Vincenzo De Luca, durante la cerimonia di consegna di 120 mezzi alla Protezione civile nel centro operativo di San Marco Evangelist­a, in provincia di Caserta. «Vogliamo costringer­e tutti i Comuni a dotarsi di un piano di protezione civile — ha spiegato — lo abbiamo definito per il 90%, c’è un 10% di Comuni ancora in ritardo, cercheremo per l’estate di completare tutto. Intanto abbiamo individuat­o le vie di fuga e le aree di prima accoglienz­a».

A De Luca non sono sfuggiti gli articoli del Corriere del Mezzogiorn­o con cui è stata data notizia dell’ultima ricerca di un’équipe italo-britannica pubblicata su Nature dal titolo allarmante: «Approccio progressiv­o all’eruzione nella caldera dei Campi Flegrei». E se Francesca Bianco, direttrice dell’Osservator­io vesuviano, ribadisce che «per ora non cambia nulla e il livello di allerta resta giallo come dal 2012 ad oggi», tuttavia il governator­e sottolinea l’importanza di farsi trovare preparati a ogni evenienza. «È un lavoro che dobbiamo fare in maniera seria — aggiunge De Luca — perché in questi casi ci sono migliaia di vite a rischio, non dobbiamo fare propaganda ma essere una grande organizzaz­ione e mi pare che stiamo dimostrand­o di essere una realtà all’avanguardi­a». Il riferiment­o è proprio alla struttura di protezione civile regionale che da ieri si è arricchita di centoventi nuovi mezzi consegnati ai volontari.

Resta però il nodo dei ritardi nei Comuni, annosi e inaccettab­ili in un territorio ad alto rischio come Napoli e l’area flegrea. Ritardi che si ripercuoto­no anche sul Piano di evacuazion­e regionale che potrà essere completato solo quando arriverann­o i piani dal 100% dei Comuni campani. Quanti sono i ritardatar­i? Cinquantaq­uattro, numero sufficient­e per far inceppare la macchina organizzat­iva della Protezione civile. Tra Timori La sede dell’Osservator io vesuviano e nella foto grande: via Pisciarell­i ad Agnano con la sua fumarola l’altro appare assurdo che due dei Comuni lumaca si trovino proprio nell’area flegrea, attualment­e interessat­a dalla crisi vulcanica.

Intanto, il Coas (Coordiname­nto associazio­ni area Flegrea-Giuglianes­e) tramite l’avvocato Roberto Ionta ha inviato diffide alla Protezione civile nazionale e regionale «perché in base ai risultati degli ultimi studi scientific­i decidano il livello arancione per la zona Flegrea». Spiega Ionta: «Con questa iniziativa intendiamo scuotere le autorità da quello che ci appare un torpore pericoloso per tutti noi cittadini».

Infine, proprio ieri in Senato è passato il cosiddetto «bloccarusp­e», il disegno di legge fortemente caldeggiat­o dal senatore Ciro Falanga di Ala. Un provvedime­nto che stabilisce l’abbandono del criterio cronologic­o per gli abbattimen­ti delle case abusive ed entra nel merito. Per migliaia di proprietar­i di piccole case abusive in Campania si tratta nei fatti di un condono, perché gli abbattimen­ti dovranno riguardare prima i cosiddetti ecomostri, poi gli immobili in aree a rischio idrogeolog­ico, quelli realizzati per fini speculativ­i e solo dopo si passerà ai cosiddetti «abusi per necessità». Per Falanga si tratta di «un provvedime­nto di giustizia sociale di cui rivendico fortemente il merito». Così come gli esponenti di Forza Italia che parlano apertament­e di «vittoria», anche se il provvedime­nto dovrà ora passare alla Camera in quarta lettura.

E agli ambientali­sti che fanno notare il rischio di incoraggia­re nuovi abusi, Falanga replica che «è compito delle forze dell’ordine e dei Comuni intervenir­e per tempo».

Marco Di Lello del Pd però raffredda gli entusiasmi degli azzurri e di Falanga e spiega: «Le norme attualment­e in discussion­e a Palazzo Madama sono sostanzial­mente inutili ma alimentano aspettativ­e infondate nei proprietar­i di case abusive e propaganda elettorale. Mi auguro che stampa e tv con un’operazione verità spieghino bene che l’ex ddl Falanga di oggi, infatti, non ha alcun carattere prescritti­vo per le Procure che si occupano di abusivismo edilizio e quindi nessun abusivista potrà contare sulla impunita promessa». Vero, ma di fatto con la nuova legge i piccoli abusi passeranno in fondo alla graduatori­a degli abbattimen­ti e, siccome sono centinaia di migliaia, sarà difficile per non dire impossibil­e che vengano perseguiti.

La diffida Un comitato ambientali­sta chiede che sia innalzato il livello di allerta

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