Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Un rione con due anime Ma la bellezza vincerà»
NAPOLI «Sono tornata a Milano convinta che le Sanità siano due. Quella del riscatto dei giovani, della creatività, della forza morale di cittadini e operatori. Ma c’è anche quella che in questi giorni apre i notiziari con le ‘stese’, termine ormai tristemente noto. Le due anime convivono».
Marzia Kronauer è una manager atipica, con la sua doppia anima di storica dell’arte amante dei viaggi avventurosi - ha lavorato in un kibbutz per alcuni mesi, è arrivata in autostop fino quasi a Capo Nord ed è riuscita a godersi il Festival du Desert in Mali prima della sua fine sotto i colpi dello scontro con i Tuareg- e responsabile di Sky Academy, che a Napoli ha portato la visione vincente di un format che dal 2016 è arrivata a toccare le corde creative di quasi seimila studenti.
Il festival di Sky Arte ha attraversato e raccontato in molti modi la Sanità. A distanza e alla luce delle cronache recenti cosa rimane dell’effetto ‘rigenerazione’ di quei giorni?
«Alla Sanità io ho conosciuto le energie di vita che quel quartiere è in grado di sprigionare. E questo non deve essere mai dimenticato. Sono storie che tutti ormai conoscono: le guide della Paranza, i ragazzi del teatro Sanità e i piccoli musicisti di Sanitansamble, la forza di padre Antonio Loffredo. Con loro abbiamo ballato in piazza e cenato nel cortile del monacone gustando i manicaretti preparati proprio nel quartiere. Il progetto che abbiamo lanciato ha coinvolto i ragazzi più motivati e appassionati. Ho quindi incontrato quanto di più vitale e creativo possa esprimere quel quartiere. Ma..».
Ma?
«Io l’ho vissuta poco e non si possono dare giudizi sommari, la complessità non va percepita in una settimana. Napoli e’ irresistibile, tra l’emozionante e lo struggente. Elegante e regale nello sfondo; smaliziata e ironica nell’approccio. A volte drammatica, ogni tanto cialtrona, spesso contraddittoria, ma con un’energia allo stato puro. Impossibile non farsi coinvolgere, soprattutto a livello emotivo. Chi viene da fuori si prende solo il bello. È facile così ma questo non è tutto. Sono tornata pensando che la rigenerazione può salvare ma bisogna essere consapevoli che ci si trova di fronte ad una sfida emotivamente molto impegnativa, un percorso lunghissimo e difficile da racchiudere in un giudizio netto». La bellezza salverà Napoli? «C’è proprio da sperarlo. È chiaro che il discorso non può essere superficiale e dobbiamo essere coscienti che noi che facciamo questo mestiere siamo una goccia che scava la pietra, tra tanto dramma e infinita fatica di chi deve confrontarsi con un quotidiano spogliato dagli effetti speciali».
Il direttore Roberto Pisoni al Corriere del Mezzogiorno ha anticipato che tornerete. L’Academy cosa farà?
«Lo ha detto lui…Io posso aggiungere che alla Sanità la bellezza si può quasi toccare ma è nota anche sotto un altro punto di vista che ho potuto immaginare. Per questo se tornassimo mi piacerebbe ragionare con i ragazzi che hanno lavorato con noi sulle ‘opportunità’, raccogliendo le voci e le opinioni di chi vive il quartiere in tutte le sue sfaccettature. Ed è anche per questo sto aspettando con grande curiosità di vedere i video dei ragazzi che hanno partecipato e che saranno pronti tra poco. Rac-
Se tornassi mi piacerebbe ragionare con i ragazzi sulle opportunità Cosa mi ha colpito? Lì ci sono persone che non hanno mai visto il mare Ho conosciuto le energie di vita che quel posto è in grado di sprigionare
conteranno il territorio durante e dopo il festival con lo sguardo di chi lo vive giorno dopo giorno. Non ho pregiudizi e le aspettative sono alte. Se tornassimo prima di iniziare ci piacerebbe chiedere direttamente ai ragazzi spunti sul percorso che vorrebbero seguire, raccogliere suggestioni, desideri, sogni dalle persone o dai rappresentanti di ciascuna area coinvolta, dalle scuole alle associazioni di quartiere fino alle istituzioni. Prima dell’estate vorrei tornare a Napoli per incontrare i ragazzi che hanno lavorato con noi e capire se questo inizio di attività con Sky Academy ha avuto un impatto e quale. L’arte è una forma di riscatto e di cura. Noi di Sky Academy abbiamo dato l’opportunità ai giovani del territorio di esprimersi con cio’ che noi sappiamo fare e con la nostra filosofia: mentorship, creatività, durata e possibilmente lascito. Non ci piace cavalcare la griffe del disagio. I giovani sanno essere straordinariamente creativi ma sono molto vulnerabili. È importante ispirarli e sbloccarli. Oltre che non illuderli con attenzioni episodiche. Ecco perché vorrei lavorare nel tempo ad un progetto pluriennale, magari sperimentando il teatro di piazza o approfondendo tematiche a noi care come il rispetto dell’ambiente, l’ecologia, il riciclo. Quest’anno il vostro Capone ci ha ricordato come la rigenerazione trasforma il rifiuto in strumento che produce arte».
Cosa la ha colpita di più di quei giorni?
«Sapere che alcune delle persone che vivono lì non hanno mai visto il mare».