Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Bossa: governator­e come il Gattopardo

- Di Simona Brandolini

NAPOLI Se c’era - ed era evidente che ci fosse una questione di opportunit­à che impediva la permanenza di Patrizia Boldoni alla presidenza della Scabec, la società regionale dalla quale è dimessa pochi mesi fa, davvero non si comprende perché una questione di opportunit­à non meno grande non impedisca a De Luca di mantenere la signora nel ruolo di consulente per la Cultura. Settore già coperto, peraltro, da Sebastiano Maffettone».

Luisa Bossa, parlamenta­re ed ex sindaco di Ercolano, che ha da poco lasciato il Partito democratic­o, interviene sul caso Boldoni, che sta provocando imbarazzi e mal di pancia anche tra i sostenitor­i del governator­e. Si può riassumere, quest’ultimo, con una sola domanda: «È giusto che una persona a processo perché avrebbe evaso due milioni di euro rappresent­i la giunta regionale nel settore Cultura?» Bossa non ha dubbi è risponde che no, non è giusto e non è normale.

Perché, secondo lei, De Luca ha puntato su Boldoni, nonostante il rischio di proteste, critiche e polemiche?

«Credo che voglia premiare ad ogni costo chi in campagna elettorale si è molto speso, si è esposto e lo ha aiutato a vincere le elezioni, magari anche orientando consensi e spostando voti. La logica è quella di garantire incarichi sulla base della fedeltà mostratagl­i. Nulla di nuovo sotto il sole, verrebbe da dire. Il punto, però, è che il governator­e De Luca si era proposto come l’uomo del nuovo, l’innovatore rispetto alle vecchie e deleterie logiche della politica». Non lo è stato finora? «Era arrivato con i tromboni e la grancassa, dicendo di volere cambiare tutto, che non era legato ad alcun carro o ruota, ma a me pare che abbia interpreta­to egregiamen­te, finora, il ruolo del Gattopardo. Tutto cambia perché nulla cambi potrebbe essere la frase che sintetizza bene i primi due anni della giunta De Luca».

A Boldoni cosa consiglier­ebbe a questo punto?

«Non la conosco e non giudico certamente le sue competenze, ma mi pare chiaro che il modo migliore che ha, per uscire da questa situazione imbarazzan­te, sia di rinunciare all’incarico. Anche perché, mi piace ricordarlo, non si fa campagna elettorale per qualcuno nella speranza di ricevere un premio. Si fa politica per la passione, per il contributo che si può dare al Paese ed alla Regione».

Nel ruolo di consulente alla Cultura ha già un uomo di grande spessore come Maffettone Non capisco perché l’abbia chiamata: devo pensare ad altre logiche

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