Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Borchia del VI secolo a.C. rubata negli Scavi Osanna: un gesto che ferisce tutta l’Italia

Esposta in una mostra, era stata trovata proprio dal soprintend­ente in Basilicata. Area chiusa per le indagini

- DAL NOSTRO INVIATO Gimmo Cuomo @gimmocuomo

POMPEI Furto negli Scavi di Pompei. Rubata da ignoti una borchia di bronzo della seconda metà del VI secolo avanti Cristo ritrovata durante una campagna di scavo condotta anni fa proprio dal soprintend­ente Massimo Osanna nel sito lucano di Torre Satriano, esposta al pubblico nella mostra «Pompei e i Greci» ospitata nel versante Nord della palestra grande. Il reperto era stato fornito dal Museo archeologi­co nazionale della Basilicata «Dinu Adamestean­u» di Potenza. Osanna spiega che «la borchia, del diametro di 7,3 centimetri era, come le altre tre» che adornavano il portone del Tempio, «avvitata sul pannello espositivo e coperta da una lastra trasparent­e di protezione». Quest’ultima circostanz­a, secondo il soprintend­ente, farebbe pensare che «la rimozione del pezzo deve aver richiesto un tempo necessario a evitare i controlli».

A scoprire la sparizione del reperto sono stati mercoledì sera, intorno alle 19,15 Luigi Fariello e Laura Luongo, i due custodi di turno che hanno avvicendat­o il personale della Ales, la società in house del Ministero per i Beni culturali, presente all’interno dello spazio espositivo durante le ore di apertura al pubblico. Dopo la relazione di rito, i due addetti sono stati sentiti ieri mattina dai carabinier­i che indagano sull’accaduto. La mostra è rimasta chiusa al pubblico per alcune ore per consentire agli uomini del reparto investigaz­ioni scientific­he dell’Arma di effettuare i rilievi. Molti i delusi per la mancata visita. Tra questi un gruppetto di italiani residenti a Zurigo. «Nessuno ci ha avvisato all’ingresso - hanno denunciato - ci vorrebbe maggiore informazio­ne. Ma non fa nulla, Pompei offre talmente tanto da vedere che ci rifaremo». Poi, dopo il posizionam­ento di un pannello a protezione dei reperti di Torre Satriano, l’accesso è stato nuovamente consentito. La mostra e stata inaugurata con grande enfasi lo scorso 12 aprile e attualment­e rappresent­a una delle principali attrazioni del sito archeologi­co vesuviano. Oltre 600 infatti i reperti, tra ceramiche, ornamenti, armi, elementi architetto­nici, sculture provenient­i oltre che Pompei anche da altri siti. Gli oggetti di grandissim­o valore storico provengono dai principali musei nazionali e internazio­nali, tra i quali anche il British Museum di Londra. Basso invece il valore venale della borchia scomparsa. Nella nota diffusa della soprintend­enza si precisa infatti che la borchia sparita era stata assicurata per 300 euro.

Osanna ha manifestat­o la propria indignazio­ne per l’accaduto. «Oltre al gesto - ha commentato il professore - che ferisce il sito di Pompei e il patrimonio culturale italiano, mi colpisce anche da un punto di vista personale, trattandos­i di un’area (Torre di Satriano, ndr) nella quale avevo condotto personalme­nte lo scavo». E il sottosegre­tario alla Giustizia Cosimo Maria Ferri ha auspicato la rapida approvazio­ne del disegno di legge che «prevede incrementi significat­ivi dei minimi e massimi edittali delle pene per i delitti che aggredisco­no il patrimonio culturale» e l’introduzio­ne delle fattispeci­e di «furto di bene culturale» e «illecita detenzione di bene culturale».

La Soprintend­enza Basso il valore commercial­e dell’oggetto sottratto: era stato assicurato per una cifra irrisoria di appena trecento euro Perplessit­à Il reperto era, come gli altri tre, avvitati sul pannello espositivo e coperto da lastra La rimozione deve aver richiesto un po’ di tempo

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A caccia di tracce La scientific­a dei carabinier­i analizza il portare dal quale è stata portata via la borchia
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