Corriere del Mezzogiorno (Campania)
La sfida tra De Luca e de Magistris Ecco i nomi per vincere le elezioni
A Portici e a Bacoli i confronti «diretti». Il Pd manca in 6 Comuni su 13
NAPOLI Una sorta di scontro in vitro. Nell’immenso laboratorio politico delle amministrative, tra alleanze insolite, coalizioni mai viste, voltagabbana di ogni risma, per non parlare della scomparsa dei partiti tradizionali travolti dall’ondata di civismo, c’è anche il primo test nei comuni delle liste che fanno capo a governatore e sindaco di Napoli. Un De Luca vs de Magistris a botte di preferenze. In due comuni, in particolare, si confrontano direttamente Campania libera, movimento deluchiano (che per carità non bisogna chiamare partito personale) e il vero partito personale demagistrisiano, DemA.
Partiamo da Portici dove Campania libera s’è unita alla rete civica Per Portici, gemma della partenopea Per Napoli di Gaetano La Nave che prima ha sostenuto Umberto Ranieri poi de Magistris e ora De Luca e Enzo Cuomo. Di contro DemA sta con Salvatore Iacomino, candidato a cui il sindaco ha aperto la campagna elettorale nel giorno delle celebrazioni per il Santo patrono San Ciro scatenando le ire funeste dei porticesi.
Altro luogo simbolo è sicuramente Bacoli. Non certo per grandezza, ma per aspirazione rivoluzionaria. È lì, infatti, che si gioca la partita a vincere per la lista del sindaco di Napoli. Sostenitore dal primo giorno di Giosi Della Ragione, sindaco poi defenestrato, che ci riprova con la sua Freebacoli e DemA. Di contro Giovanni Picone sostenuto da Campania libera, dal Pd e altre civiche. «Campania libera — spiega il neocoordinatore provinciale Giovanni Russo — è un movimento di opinione, un contenitore di persone che non si riconoscono nel Pd ma appoggiano le idee del presidente De Luca». Praticamente un club di deluchiani, presente anche ad Acerra, Pompei, Pozzuoli.
«Sappiamo che è difficile vincere — spiega Claudio de Magistris segretario di DemA —, ma noi sosteniamo progetti convincenti in otto comuni, di cui sei in Campania. Sabato per esempio con Luigi siamo a Sant’Antimo, dove sono andati a fare campagna elettorale già De Luca e Carfagna, il regno di Luigi Cesaro. Apriamo la sede nella piazza principale e poi terminiamo con un comizio. Dopo De Luca faremo commuovere anche Cesaro». Claudio de Magistris si riferisce alla battuta un po’ piccata del governatore a seguito dell’apertura nella sua Salerno di una sede di DemA. «La verità — conclude — è che ovunque nei comuni ci sono accozzaglie di tutti i tipi, le nostre sono operazioni di rottura e rinnovamento, ci prendiamo i rischi. A Portici abbiamo una coalizione molto simile a quella di Napoli. Ad Arzano un buon candidato che viene dal sindacato, Maria Esposito, in un comune sciolto per camorra due volte». Si pesano De Luca e de Magistris in città che diventano test campione. «Il vero lavoro — prosegue Russo, Campania libera — sarà fatto poi dopo le am- ministrative. Allora decideremo qual è l’obiettivo di Campania libera sui territori, cioé colmare un vuoto nel rapporto tra i comuni e il presidente lasciato libero dal Pd, ma mai in alternativa».
Su tredici comuni in provincia di Napoli, il Partito democratico manca in sei. Se sommiamo tutte le liste civiche presenti nei paesi che vanno alle urne arriviamo a superare quota 160. Da considerare partito tradizionale è ormai il Movimento 5 Stelle, unica forza politica che quando si presenta lo fa col proprio simbolo e il proprio candidato. Normale? Certo è sempre accaduto, mai in maniera così chiassosa. E soprattutto è una furbizia: Nella miriade di sigle e sottosigle si annidano i cambi di casacca, gli ex impresentabili che si rifanno una verginità politica. Per poi risaltare sul prossimo carro.