Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Da autore, interprete e chitarrista a fotografo d’arte Le due (belle) vite dell’ex Matia Bazar Carlo Marrale
Difficile trovare qualcuno che non conosca «Vacanze romane», che spopolò a Sanremo pur non vincendo. Ma anche altre canzoni, hit anni SettantaOttanta tutte familiari come la fischitettata «Solo tu», «Stasera che sera», «Per un’ora d’amore», «Che male fa» o la più funky «Ti sento-I feel you». Il loro autore è Carlo Marrale, riccioluto interprete e chitarrista, vera anima dei Matia Bazar, un gruppo che ha sempre sperimentato generi nuovi, differenti. Proprio come Carlo, che ora si dedica meno alla musica (da non dimenticare che le sue canzoni sono state interpretate da gente come Mina, Irene Cara, Pet Shop Boys, ma anche da Subsonica, Bluvertigo, Timoria e Banda Osiris) e da qualche anno più a un’altra arte. Levati i riccioli neri e sfoggiando un nuovo look a testa rasata, il maestro è diventato pian piano un fotografo. Ma non un fotografo normale (poteva mai essere?). Uno che le foto le trasforma in opere d’arte giocando con tecniche e colori. Sperimentando, come sempre, insomma. Ora il maestro Marrale, uomo che nella sua grandezza artistica rimane in maniera innata, deliziosamente gentile e disponibile, è a Napoli con la sua mostra al Pan di via dei Mille, inaugurata ieri fra fan (molti dei «vecchi», cari, veri Matia Bazar) e curiosi, che ne hanno apprezzato le opere. «L’Armonia delle cose nascoste» è il titolo dell’esposizione nel foyer del Palazzo delle Arti partenopeo, dove Marrale ha raccolto alcune sue piccole ma significative opere «che mettono in crisi il concetto di spazio attraverso una serie di ricerche molto differenti che dialogano per uno specifico sguardo sulla realtà della vita e della società contemporanea». Visitabile (e godibile) fino al 28.