Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Alla Sanità vince la paura

Soltanto in 150 al corteo contro la camorra. E molti venivano da altri quartieri

- Postiglion­e

La strada per la rinascita del rione Sanità, purtroppo, non è neanche iniziata. Al presidio in piazza Sanità voluto fortemente da Ivo Poggiani, il presidente della Municipali­tà, c’erano poco meno di 150 persone. Ma non è tanto il numero a far riflettere, quanto la circostanz­a che dei presenti quasi nessuno era del rione, che continua a subire l’arroganza dei killer delle «stese» che fanno fuoco incuranti degli spot politici sulla «tolleranza zero».

NAPOLI Se ne sono accorti tutti guardandos­i negli occhi: la strada per la rinascita del rione Sanità, purtroppo, non è neanche iniziata. Al presidio in piazza Sanità voluto fortemente da Ivo Poggiani, il presidente della Municipali­tà, c’erano poco meno di 150 persone. Ma non è tanto il numero a far riflettere, quanto la circostanz­a che dei presenti quasi nessuno era del rione, che continua a subire l’arroganza dei killer delle «stese» che fanno fuoco incuranti degli spot politici sulla «tolleranza zero».

Quattro episodi in sette giorni e l’ultimo proprio nella piazza dove erano proventi attivisti dei movimenti e delle associazio­ni. Ma gli scugnizzi del quartiere, incuranti, continuava­no a giocare a calcio nell’unico spazio libero che hanno a disposizio­ne: davanti all’ingresso della chiesa delle catacombe di San Gaudioso. Sferrano pallonate fortissime, come per attirare l’attenzione che su di loro arriva solo da un signore anziano sfiorato al volto e che impreca scappando via.

Nello slargo, in un angolo, c’è la statua dedicata a Genny Cesarano, il 17enne assassinat­o per errore mentre scappava da una sparatoria a settembre di due anni fa. Un pallottola gli trafisse il cuore lasciandol­o al suolo. In piazza c’era il padre e uno striscione con il suo volto, ma sul muro di fronte alla lapide, come se fosse un promemoria, campeggia una scritta fatta con una bomboletta spray nera. «Rispetto per tutti, paura di nessuno. Rione Sanità regna». E poi la firma: «6.17», che è il codice usato dagli uomini della famiglia Sibillo, quelli che hanno scatenato la guerra della «paranza dei bambini» e seminato morte e dolore anche la rione Sanità, oltre che a Forcella e ai Decumani. Nessuno ha pensato di rimuoverla nel corso dei mesi, affinché tutto resti indelebile: il terrore e la morte. Il rione Sanità anche ieri sembrava un quartiere in guerra. Da una parte c’erano gli attivisti dei movimenti che ci credono, che usano parole piene di aggettivi positivi, frasi lunghe e ricche di speranza. Dall’altra parte del marciapied­e i residenti del quartiere che osservano, chi in piedi e chi seduto su panchine e scooter, da spettatori non paganti, quello che accade sotto ai loro occhi. A dividerli uno striscione colorato. «Poi domani nessuno ci conosce», mormora un uomo in sella al suo scooter fermato ad un posto di blocco della polizia proprio prima della piazza: era senza casco, uno dei pochi ad aver sfidato la sorte, tutti ieri lo indossavan­o. In quella piazza non solo ci sono i dirigenti della Questura che sorveglian­o che tutto fili per il verso giusto, ma anche pattuglie di agenti in divisa, altri in borghese, i «Falchi» sulle moto e carabinier­i ai tre angoli. «Era inimmagina­bile fino a due anni fare in questa piazza presidi contro la camorra - dice Ivo Poggiani - Noi rispondiam­o come istituzion­e ad una emergenza stando accanto alle associazio­ni. Il questore qui ha fatto molto». Mancavano padre Alex Zanotelli, che da sempre si batte per il rione; don Antonio Loffredo, il parroco del quartiere. E non c’erano il governator­e Vincenzo De Luca e il sindaco Luigi De Magistris, anche se era presenta la moglie Teresa Dolce. «Ai giovani di questo quartiere dico di impugnare tra le mani qualcosa di prezioso e non le armi», auspica l’assessore alla Legalità Alessandra Clemente. «Ripartiamo dal territorio, la Sanità è un rione vivo», dice il vicesindac­o Raffaele Del Giudice accanto agli assessori Annamaria Palmieri e Carmine Piscopo.

Alcuni interventi al megafono hanno concluso il presidio: dagli esponenti di DemA cori e critiche al presidente della Regione Vincenzo De Luca. «Solo chiacchier­e e distintivo», era scritto su un cartellone, con ritagli stampa di dichiarazi­oni del governator­e.

Mancavano i parroci Chiese chiuse e nessuna partecipaz­ione dei sacerdoti

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In piazza I manifestan­ti di ieri al Rione Sanità, secondo le fonti della Questura solo 150
 ??  ?? Slogan e scritte Sopra striscione contro le stese; sotto parole inneggiant­i al clan Sibillo dietro la statua di Genny
Slogan e scritte Sopra striscione contro le stese; sotto parole inneggiant­i al clan Sibillo dietro la statua di Genny
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