Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Albanese: «Un flop Ormai la gente non ci crede più»
Ciro Oliva: non c’ero ma l’importante è combattere qui ogni giorno
Il presidio è stato un mezzo flop perché la gente non ci crede, le persone sono stanche, soprattutto della politica». Questo il giudizio di Ernesto Albanese, presidente dell’associazione Altra Napoli Onlus.
NAPOLI L’appuntamento era alle 18 in piazza Sanità per il presidio “antistese” organizzato dalla III Municipalità. Una manifestazione per la legalità, che però ha registrato numeri molto bassi, con qualche centinaio di persone che hanno animato la piazza centrale dell’antico quartiere napoletano con cartelloni e striscioni. Tanti i poliziotti da un lato all’altro della basilica della Sanità, massiccio anche lo spiegamento di telecamere e giornalisti, ma i grandi assenti sono stati gli abitanti del rione. I partecipanti erano soprattutto giovani dei centri sociali, “Je so pazzo” e “Insurgencia”, politici legati all’amministrazione comunale, esponenti della Cgil e poi alcuni rappresentanti de “Un popolo in cammino”, il movimento nato l’indomani della morte del diciassettenne Genny Cesarano, vittima innocente di camorra ucciso da una pallottola vagante proprio durante una stesa.
«Era nostro dovere essere in piazza, come facciamo da due anni a questa parte- dice Gianluca Torelli, portavoce del movimento -. Vogliamo un presidio del territorio che sappia garantire sicurezza e normalità, vogliamo risorse straordinarie e strutturali per il lavoro, soprattutto per i giovani».
In piazza c’era anche Antonio Cesarano, il papà di Genny, che aiuta alcuni altri manifestanti a fissare uno striscione su cui primeggia una foto di suo figlio: «È mio dovere essere qui - spiega-. Il dolore che ho provato e che provo non si cancella con il tempo. Non bisogna avere paura bisogna metterci la faccia per fermare le cose. Speravo in una maggiore presenza di abitanti del quartiere, ma la gente ha paura e non si sente tutelata. C’ è ancora tanta strada da fare, le istituzioni qui non sono ancora sentite». In piazza ci sono anche alcuni fedeli della chiesa evangelica pentecostale, che in uno striscione con su scritto «Napoli, Gesù ti ama», sostengono il presidio organizzato dalla municipalità. La Basilica della Sanità, invece, è chiusa, «sarebbe stato un bel gesto lasciarla aperta», si lamenta qualcuno, ma la messa vespertina, solitamente si tiene nella chiesa delle Fontanelle. «In questo quartiere ci sono tantissime persone perbenedice Pina Conte, presidente dell’associazione Progetto Oasi che con i bambini del quartiere porta avanti una serie di iniziative nella zona dei Cagnazzi-. Sono qui come madre, insegnate, operatrice e abitante. E’ importante esserci, ma è altrettanto importante sottolineare che la gente della Sanità è stanca, soprattutto delle promesse non mantenute». Un altro profondo conoscitore del quartiere è Ernesto Albanese, presidente dell’associazione Altra Napoli Onlus, realtà che da oltre 10 anni lavora per il recupero strutturale e sociale del Rione. «Io sono a Roma, lavoro qui, ma seguo la situazione dai giornali e dagli amici che vivono a Napolispiega-. Il presidio è stato un mezzo flop perché la gente non ci crede, le persone sono stanche, soprattutto della politica. Forse se fosse partito dalla pancia degli abitanti, come successo in passato sarebbe stato un successo. A chi critica don Antonio Loffredo per la sua assenza, dico che Antonio era con me a Roma e, soprattutto, che lui lavora per migliorare il quartiere da quasi 20 anni. Quindi ogni tentativo di polemica è stupido e strumentale».
In piazza a mancare sono anche i commercianti, le eccellenze del quartiere. Ciro Scognamillo, proprietario della famosa pasticceria Poppella, fa percepire la sua presenza mandando in piazza un centinaio di fiocchi di neve. «Ero al laboratorio a lavorare- ci tiene a specificare- purtroppo non ho potuto lasciare, ma col cuore ero lì, infatti ho mandato in piazza un po’ di dolci. Mi dispiace che la gente del quartiere non ha aderito, è importante essere uniti per cambiare le cose». Un altro a mancare è Ciro Oliva, della pizzeria Concettina ai tre santi. «Ho appena finito una riunione e poi – dice il giovane pizzaiolo - pensavo che si muovessero in corteo. In ogni caso ti dico che quotidianamente lavoriamo per migliorare questo quartiere, cercando di mettere in evidenza le cose belle e buone che custodiamo e produciamo. Siamo partiti da una piccola pizzeria di quartiere e ora diamo lavoro a tanti giovani della Sanità. Il 90% dei miei collaboratori è nato in questi vicoli». Con il calare del sole la piazza si svuota completamente, in strada restano polizia e carabinieri che continuano, ininterrottamente, a controllare il rione Sanità.