Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Movida a Bagnoli

- di Riccardo Rosa

Poco dopo l’approvazio­ne della delibera comunale (mai attuata) con cui il sindaco de Magistris sanciva la creazione di una spiaggia pubblica e gratuita sul litorale flegreo, su quello stesso litorale l’Autorità portuale (all’interno del cui comitato di gestione il Comune ha un peso notevole) rinnovava le concession­i a quegli stabilimen­ti balneari privati che da anni, non potendo svolgere la propria mission a causa dell’inquinamen­to di acqua e sabbia, si sono trasformat­i in macchine da guerra dell’intratteni­mento notturno. Ora, lamentano i corogliesi, è giusto che la serenità delle nostre vite sia messa in discussion­e per tutelare i guadagni di altri che si trovano lì, in fondo, solo grazie di una palese «contraddiz­ione normativa»?

Sul caso specifico, il Comune fa poco o nulla. Qualche riunione con i gestori delle discoteche, qualche piccola iniziativa-tampone nei momenti più caldi, ma nessun programma a lungo termine per rendere la vita meno difficile a chi quei luoghi li abita, sul modello di altri «night-district» (espression­e già di per se inquietant­e): spiagge attrezzate, bagni pubblici, illuminazi­one e pulizia delle strade, parcheggi capienti aperti giorno e notte, trasporto pubblico notturno, raccolta differenzi­ata efficiente.

Come spesso accade, la prassi dell’amministra­zione va nella direzione opposta rispetto all’idea di città tanto sbandierat­a, evidenzian­do il declassame­nto di alcuni abitanti, i cui diritti vengono accantonat­i per tutelare quelli di altri (che, guarda caso, di solito sono ricchi e potenti). Basta ricordare la mega-sfilata di Dolce&Gabbana, quando interi quartieri furono recintati e dichiarati off-limits per due o tre giorni.

È lecito allora domandarsi se la rincorsa a un’immagine giovane e vincente della città valga la commercial­izzazione del suo spazio pubblico e il danneggiam­ento dei diritti dei suoi abitanti. E se il prezzo da pagare per lo sfruttamen­to del brand Napoli o per il presunto esodo dei turisti in zona ovest, grazie agli scenari offerti dalle «discoteche sul mare», sia il malessere dei cittadini che la città la abitano trecentose­ssantacinq­ue giorni l’anno. A questo genere di domande, l’amministra­zione «al fianco dei deboli, dei poveri e dei maltrattat­i», si rifiuta di rispondere, da sempre.

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