Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Giulierini fuori dal Mann
Zuchtriegel, direttore del parco archeologico di Paestum, salvo per un errore di procedura Il Tar annulla la nomina. Franceschini: non ho parole. Il sindaco: che figuraccia
Paolo Giulierini apprende la notizia della sua defenestrazione dal Mann mentre è a Milano. Non commenta la sentenza del Tar Lazio che porta all’annullamento della sua nomina. Ma, raggiunto al telefono, la sua voce tradisce una delusione enorme: «Aspetto le decisioni del ministero». Che ha presentato appello.
NAPOLI Paolo Giulierini apprende la notizia della sua defenestrazione dalla guida del Museo Archeologico nazionale di Napoli mentre è a Milano per presentare un altro risultato della sua governance: la mostra sui Longobardi. Non commenta la notizia della sentenza del Tar Lazio che porta all’annullamento della sua nomina. Ma, raggiunto al telefono, la sua voce tradisce una delusione enorme: «Aspetto le decisioni del Ministero». Un toscano alla guida del Mann, giovane, che ha aperto il museo alla città e al mondo: nel 2016 la sua gestione ha fatto registrare un incremento di biglietti del 24 per cento (da 364mila a 452.736, 1,3 milioni di incasso), ha riaperto la storica sezione Egizia, a breve quella epigrafica, con l’obiettivo di arrivare a quota 500mila visitatori. Anche tra i dipendenti c’è rabbia. E ci si passa la parola, anche sui social. «Bisogna fare qualcosa, una manifestazione, far capire che questa vicenda fa male alla città», dicono. Per un errore di notifica nel provvedimento si salva dalla scure del Tar, il direttore del parco archeologico di Paestum, Gabriel Zuchtriegel.
«Il mondo ha visto cambiare in due anni i musei italiani e ora il Tar Lazio annulla le nomine di cinque direttori. Non ho parole, ed è meglio», tuona arrabbiato il ministero dei Beni culturali, Dario Francechini. Sono tre i punti contestati dal Tribunale amministrativo: le motivazioni di selezione finale dei candidati (definite «criptiche ed involute»), la poca trasparenza nei colloqui, avvenuti «a porte chiuse», e che il bando non poteva ammettere la partecipazione al concorso di cittadini non italiani, in assenza di una normativa. Insomma il Tar contesta il bando stesso. Il ministero, ovviamente, oggi farà ricorso al Consiglio di Stato, annunciando che «in attesa che il Consiglio di Stato si pronunci, il Mibact assicurerà il buon andamento e la continuità di tutti i musei coinvolti». Le polemiche si sprecano. Matteo Renzi, tra i sostenitori più agguerriti della riforma Franceschini, cinguetta: «Non abbiamo sbagliato perché abbiamo provato a cambiare i musei: abbiamo sbagliato perché non abbiamo provato a cambiare i Tar».
Certo è che i paradossi in questa storia sono tanti. Il primo: il 16 maggio scorso lo stesso Tar ha bocciato il ricorso contro la nomina del direttore della Reggia di Caserta, Mauro Felicori. Ieri, invece, lo ha accolto. Il secondo: tra i ricorrenti oltre al professore Umberto Pappalardo (che spiega le sue ragioni nell’intervista pubblicata a destra) c’è anche Francesco Sirano, nominato con le stesse modalità, alla guida del parco archeologico di Ercolano. Il sindaco Luigi de Magistris: «Non entro nel merito perché non ho letto la sentenza ma, dopo tanto tempo che i direttori guidano i musei, da un punto di vista di immagine e di prestigio non si fa bella figura». E poi: «Ma non sono nemmeno d’accordo con le dichiarazioni di Renzi, perché credo che la magistratura va criticata quando sbaglia, se ci sono delle ragioni c’è il Consiglio di Stato a cui fare ricorso. Posso dire che i nostri due direttori di musei sono eccellenti».
Renzi e Franceschini L’ex premier: «Abbiamo sbagliato a non cambiare i Tar» Il ministro: «Non ho parole ed è meglio che non le abbia»