Corriere del Mezzogiorno (Campania)
IL TALENTO RISCATTA LA SANITÀ
Forse la frase chiave dell’inizio del cammino di Casa-Corriere per quest’anno, il momento topico della rassegna che ha appena aperto i battenti, è stata quella di Carolina Rosi. La splendida signora, portatrice di immensi valori familiari napoletani e di grandissima rilevanza, in prima persona, quale attrice e interprete, ha detto che sta guardandosi intorno perché ha deciso di trasferirsi a Napoli dalla sua Roma. Lo ha detto in esito a una conversazione nella quale aveva enunciato, con la chiarezza che le è propria, le difficoltà oggettive nelle quali è costretta a operare la Fondazione Eduardo De Filippo, nella sua attività di promozione e sostegno del teatro. Il passante distratto avrebbe potuto chiedersi come si conciliasse quella lista di problemi, l’endemica penuria di risorse, la mancanza di una cultura d’impresa e dell’impresa della cultura, con la voglia di venire a vivere qui. E la stessa Carolina, sorridendo irresistibile, ha spiegato che da nessuna parte si trovano quest’aria, questo cibo, questo mare e questi sorrisi. Antinomie. Contrasti. Contraddizioni, perfino conflitti. Tutto difficile, complicato, pericoloso addirittura, in molti casi e in molti luoghi. Una partita aspra da giocare, in cui le squadre in campo si confondono, con giocatori dell’una che sembrano assoldati dalla compagine avversaria. Nell’avvicendarsi sul palco, con uno schermo alle spalle che mostra le immagini di varie forme di creatività, quella partita è stata raccontata in tante fasi di gioco.
Padre Angelo Berselli, l’estroso parroco di Forcella che non ha paure ma molte tristezze per una malavita che offre ai ragazzi occasioni e gratificazioni economiche e assistenza alle famiglie disagiate in misura più ampia e con modalità estremamente più efficaci rispetto allo Stato; Mario Gelardi, il direttore artistico del Teatro Sanità, che è arricchito e sostenuto dall’entusiasmo dei trenta e più allievi della sua struttura e che tra mille problemi e grandi difficoltà porta avanti un discorso di realizzazione di prodotti culturali di immenso oggettivo valore, dove nessuno prevedeva si potesse fare teatro e invece teatro si fa, e che teatro. Antonio Prestieri, in arte Maldestro, un artista vero, profondo e lieve nell’interpretazione della canzone che ha incantato il festival di Sanremo, e ancora di più ha incantato chi ha ascoltato la sua favola personale fatta di una mamma eccezionale e di un ambiente che mal sopportava la sua insopprimibile creatività. Claudio Cupellini, infine, regista padovano ma organico al progetto Napoli, con Una vita tranquilla e con Gomorra-la serie, di fronte a trame che raccontano la città folle e feroce con una classe di attori che non ha uguali in tutto il Paese.
CasaCorriere comincia insomma come ha finito il precedente ciclo, con una passeggiata per la città e col racconto di essa, salite che sembrano discese e discese più faticose delle salite; nella suggestione di un luogo magico e narrativo di per sé, il Palazzo dello Spagnuolo che sembra un disegno di Escher nel bel mezzo di un quartiere che è il cuore nobile e disperato della città nobile e disperata. E quando Emilia Zamuner, giovane splendida cantante jazz, ha regalato ai fortunati presenti una versione dolente di Malafemmena l’anima del cittadino più illustre della Sanità, il Principe degli attori e il Gran Maestro della partenopea creatività, era presente eccome. E si cibava come tutti dell’altra creatività, quella gastronomica di Poppella e di Concettina ai Tre Santi, una di fronte all’altra nel cortile del Palazzo, come due parentesi di gusto e di eccellenza.
Insomma, si è capito che meglio di così non si poteva iniziare?