Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Giugliano, padre e figlio uccisi tra la folla in tabaccheri­a

Vincenzo ed Emanuele Staterini freddati mentre giocavano alle slot-machine

- Postiglion­e

Un solo killer con il volto coperto da un casco integrale è sceso dalla moto guidata da un complice esperto. È entrato in una tabaccheri­a nel centro di Giugliano e ha fatto fuoco sette volte: alle 17,30 di ieri la camorra ha colpito senza pietà e tra la folla. Sono morti così padre e figlio, Vincenzo e Emanuele Staterini di 50 e 29 anni, originari della Sanità e con una parentela pericolosa: una delle sorelle di Vincenzo ha sposato il boss del clan Vastarella, che è in guerra per il controllo delle piazze di spaccio al centro di Napoli con i Savarese-Sequino. L’ordine di uccidere è partito dalla Sanità.

Un solo killer con il volto coperto da un casco integrale è sceso dalla moto guidata da un complice esperto. Ha impugnato la pistola calibro 9 che nascondeva nella tasca del jeans. È entrato velocement­e nella tabaccheri­a al corso Campano nel centro di Giugliano e ha fatto fuoco sette volte. Due colpi alla testa di un uomo che era a giocare alle slot machine e quattro contro un ragazzo che si è voltato non ha appena ha sentito i colpi.

Come se fosse il protagonis­ta di un film, con tranquilli­tà si è girato, ha nascosto la pistola in tasca, è salito sulla moto con il motore ancora caldo ed è scappato via. Alle 17,30 di ieri la camorra ha colpito senza pietà e tra la folla.

Sono morti così Vincenzo e Emanuele Staterini, padre e figlio di 50 e 29 anni, residenti a Giugliano da un decennio ma originari del rione Sanità e con una parentela pericolosa che è costata loro la vita. Una delle sorelle di Vincenzo ha sposato il boss del clan Vastarella, che è in guerra per il controllo delle piazze di spaccio al centro di Napoli, con i Savarese-Sequino. Ed è dal rione Sanità che il killer è partito per uccidere i due uomini: per vendetta e per rispondere ad un altro clamoroso duplice agguato avvenuto il 7 maggio del 2016. Anche questa volta furono uccisi padre e figlio: Giuseppe e Filippo Esposito, meccanici di Marano assassinat­i perché un mese prima, il 22 aprile 2016, un loro congiunto, Emanuele, aveva organizzat­o la strage del circolo di via Fontanelle dove furono uccisi Giuseppe Vastarella, Salvatore Vigna e ferite altre tre persone.

Sangue lava sangue e così è arrivata la vendetta dopo oltre un anno di distanza con le stesse modalità e per lo stesso movente.

Lo avevano promesso: «Uccideremo i loro figli anche nelle culle», urlavano in una intercetta­zione choc Antonio Genidoni, boss in erba del rione Sanità adesso in carcere per duplice omicidio, e Emanuele Esposito che poche ore prima aveva saputo che gli avevano ucciso il padre e il fratello.

Una vendetta che affonda le radici in una faida lunghissim­a e che dopo mesi di «stese» ha visto nuovamente i killer fare fuoco e colpire persone piuttosto che auto in sosta o balconi.

Una strategia ben precisa perché ultimament­e gli affiliati erano rintanati in casa per paura di subire attentati. Gli unici che potevano essere colpiti erano fuori dal rione, a Giugliano, così come fu per il duplice omicidio a Marano. Le due vittime uccise ieri avevano però diversi precedenti penali. Il più giovane per rapina, ma il padre negli anni Novanta era indicato dalle forze dell’ordine come un esponente di spicco del clan Tolomelli-Vastarella e addirittur­a nel luglio del 1999 fu fermato per l’omicidio di uomo dei Misso, accusa questa poi crollata al Riesame.

Nel 2000 invece finì in carcere per associazio­ne camorristi­ca e scontò la sua pena. Da dieci anni aveva deciso di trasferirs­i con la famiglia a nord di Napoli e per il rione Sanità non si vedeva quasi mai. Eppure i killer lo avevano preso di mira da tempo. Lo ritengono gli agenti del commissari­ato di Giugliano che seguono le indagini coordinate dalla Dda. Vincenzo era un abitudinar­io: scendeva di casa sempre alla stessa ora e nel pomeriggio si intrattene­va a giocare alle slot machine con il figlio. Qualcuno ha avvisato i loro nemici e con una telefonata è arrivato il via libera.

La situazione resta incandesce­nte. Oltre alle ventuno «stese» registrare dall’inizio dell’anno c’è oramai psicosi nel quartiere. Sono infatti decine le telefonate di segnalazio­ni che arrivano da ogni vicolo: ci sono ronde di motorini che a sfrecciano a folle velocità ma anche altri che stazionano davanti alle «basi» dello spaccio per intimorire i pusher a servizio del clan nemico.

Intanto la Questura rafforza le pattuglie e i carabinier­i sorveglian­o la zona alta. Ma il sentore è che la risposta è già nell’aria.

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Violenza Il bar tabacchi nel centro di Giugliano dove ieri pomeriggio sono morti padre e figlio

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