Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Padre Zanotelli scende in piazza per difendere l’istituto superiore
È l’unico istituto superiore del quartiere Sanità La chiesa in piazza con i docenti: la metà degli studenti è già fuori
NAPOLI Non basta la pioggia a fermare la conferenza stampa che un gruppo di attivisti della Rete Sanità, organizza all’esterno dell’Istituto Caracciolo al rione Sanità. Il motivo della protesta è la paura della chiusura dell’unica scuola superiore che esiste nel quartiere. Secondo gli animatori della manifestazione, più che di una paura si tratta di un rischio concreto, visto il forte decentramento, in termini di attività e opportunità messo in atto negli ultimi anni a beneficio della centrale Isabella d’Este, scuola con cui il Caracciolo condivide le sorti dopo l’accorpamento. I cancelli della scuola sono chiusi perché i ragazzi, insieme ai loro insegnati, sono impegnati nell’organizzazione di «In Naples», evento organizzato in piazza Municipio, in concomitanza con il Maggio dei Monumenti. «Il rischio di chiusura è realespiega Alex Zanotelli, padre comboniani ano che da anni opera all’interno del Rioneperché le iscrizioni stanno diminuendo sensibilmente, abbiamo già perso il 50% di studenti, se si va avanti così gli altri se ne andranno e rischiamo la chiusura. E’ questo il problema. Questa scuola deve essere potenziata, ma deve essere potenziata in questo plesso. Il governo e la Regione incomincino a prendere seriamente questa storia della scuola, altrimenti il buon lavoro di controllo e repressione che stanno facendo, non sarà sufficiente e non riusciremo mai a risolvere i problemi di questo quartiere. La chiusura del Caracciolo – prosegue il missionario combonianovorrebbe dire una botta incredibile per questa gente e per questo quartiere. Vorrebbe dire, praticamente, che lo Stato ha abdicato alla camorra. Quindi o lo Stato prende a cuore seriamente il problema della scuola, potenziandola negli orari e nella passione del corpo docenti, avviando corsi specializzati per accedere al mondo del lavoro, oppure stiamo perdendo tempo ed è tutto inutile». Intanto attorno allo sparuto gruppo di manifestanti si avvicinano gli abitanti del quartiere, quelli che vivono in via Santa Maria Antesaecula, strada nota perché qui nacque Totò, e dove ha sede l’Istituto professionale. «Se ci tolgono pure la scuola siamo finiti- dice una donna-. Questo è l’ultimo presidio dello Stato nel nostro quartiere». Intanto la conferenza stampa all’aperto ha inizio e padre Alex Zanotelli inizia a elencare quelle che sono le criticità dell’accorpamento dell’ Istituto Caracciolo all’Isabella d’Este, del numero di iscrizioni che cala, della mancanza di impegno politico da parte delle Istituzioni. « Il vero problema non è la lotta alla criminalitàspiega Rocco Civitelli, attivista della Rete Sanità-. Al Vomero le scuole funzionano, perché gli abitanti del Vomero hanno imposto di avere una scuola, una scuola di qualità. Stessa cosa a Posillipo e in altre parti della città. E’ un problema dei cittadini, dei posti dove cittadini sono deboli e in questo caso perdono. Ci vuole un’attenzione maggiore da parte della politica e delle amministrazioni. Bisogna offrire la scuola, soprattutto dove per una serie di motivi storici, non viene garantita. Vede- prosegue Civitelli-, si parla tanto del Rione Sanità come laboratorio, ma senza scuola non si va da nessuna parte, senza istituzioni non si va da nessuna parte, ma non dal punto di vista della criminalità, ma dal punto di vista della qualità della vita».