Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Il preside: qui non è un ristorante, si deve mangiare uguale e insieme
NAPOLI «La mensa scolastica non è il ristorante ed il mangiare insieme lo stesso cibo è un momento fortemente educativo. Il fatto che debba essere un Tribunale a ricordarlo racconta bene quanto la scuola viva un momento di crisi e fino a che punto sia indebolito il senso della sua funzione agli occhi delle famiglie». Parole di Paolo Battimiello, preside della scuola media Belvedere, che ha sede al Vomero. Lo scorso inverno è stato tra i promotori di un documento inviato a Luisa Franzese, il dirigente scolastico per la Campania, ai ministri dell’Istruzione e della Salute, alla Asl ed al Comune di Napoli nel quale chiedeva con altri suoi colleghi indirizzi chiari e precisi in merito alla possibilità di autorizzare gli alunni a consumare il pasto portato da casa.
Perché ha adottato quella iniziativa?
«Per ovviare ad una situazione tipicamente italiana nella quale, a fronte della crescente richiesta delle famiglie di non usufruire per i figli della mensa, noi dirigenti siamo stati lasciati da soli a decidere».
Lei è contrario alla libertà di scelta in materia di mensa?
«Non è questione di libertà, ma di missione educativa che dovrebbe stare a cuore innanzitutto ai genitori. Immagini lei una situazione nella quale un bimbo consuma la pasta e lenticchie della mensa ed il suo compagno a fianco divora un panino di McDonald o una porzione di patatine fritte. Quale messaggio trasmetteremmo?Aggiungo che ho visitato molte scuole in Europa ed ho visto tante bellissime situazioni, nelle quali gli istituti sono dotati di una mensa interna. Alunni e professori cucinano a scuola, mangiano insieme ed insieme rassettano gli ambienti dove hanno consumato il pasto».
Nelle scuole napoletane, però, la refezione è appaltata all’esterno.
«Io riporterei il servizio di preparazione dei pasti all’interno delle scuole, ma se proprio non è possibile, almeno si mangi tutti insieme».