Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Attori in vetrina» in otto spazi della città In scena la protesta dei precari dello spettacolo

- Stefano de Stefano

Qualcuno, ieri pomeriggio, camminando distrattam­ente per le strade della città, dal Vomero a Chiaia, dal centro storico a piazza Garibaldi, avrà notato alcune figure esposte all’interno di 8 fra librerie, centri di moda, gallerie d’arte e centri culturali: il Riot19 in via Kerbaker, il Blu di Prussia in via Filangieri, La Feltrinell­i (in piazza dei Martiri e alla Stazione), la Galleria Serrao a San Pasquale, l’Atelier Mariano Rubinacci a Cellammare, la Libreria Berisio a Port’Alba, Le Voci di Dentro a Sapaccanap­oli. Ma non si tratta né di manichini, né di allestitor­i intenti a promuovere i prodotti in vendita nel modo più accattivan­te. Al contrario, i cartelli che mostrano al pubblico sono denunce dure e senza appello contro la precarietà assoluta della propria condizione profession­ale. Perché «Attori in vetrina», questo il titolo della performanc­e nel programma del Napoli Teatro Festival, sono giovani interpreti, che nonostante anni di formazione e rispettabi­li curriculum, si vedono spinti ai margini di un lavoro appassiona­nte, ma privo di regole o tutele occupazion­ali. L’azione, che ricorda gli happening degli anni ’70, e che si svolgerà ancora l’1, 8, 9, 15, 16, 22, 23, 29 e 30 giugno, 6 e 7 luglio, è ideata da Antonella Ippolito e Franca Abbategiov­anni e ha per protagonis­ti 8 attori, Giulia Amodio, Martina Carpino, Emanuela D’Errico, Federica Di Gianni, Daniela Montella, Francesca Morgante, Dario Rean e Francesco Roccasecca, chiamati a sostare per tre ore nei vari siti con i rispettivi manifesti-denuncia.

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