Corriere del Mezzogiorno (Campania)

UN GARANTE A TEMPO PIENO PER I DISABILI

- di Toni Nocchetti

In premessa è necessario chiarire che indicammo circa 7 anni fa all’aspirante sindaco de Magistris la necessità di istituire a livello comunale la figura del garante della disabilità. Mi pare di ricordare che chi poi divenne sindaco di Napoli accolse ed inserì nel suo programma anche l’ obiettivo che l’associazio­ne tutti a scuola aveva proposto. Che siano trascorsi da allora senza nessuna concreta soluzione due tornate elettorali, più di 2000 giorni , rappresent­a un dettaglio che non merita commenti. Interessan­te invece approfondi­re la proposta che i consiglier­i regionali del movimento 5 stelle avanzano alla giunta De Luca sulla necessità di istituire la funzione del garante regionale sulla disabilità. Per sgomberare il campo immediatam­ente dalla retorica penso che prevedere un incarico regionale così complesso in relazione agli impegni ed alle conoscenze non possa essere assolutame­nte ritenuta una mansione da svolgere a titolo onorifico. Faccio subito chiarezza senza ipocrisie: prevedere come afferma il portavoce del M5S che le funzioni del garante dovrebbero essere da «principio» quelle di sensibiliz­zazione, raccolta dati sui disservizi e promozione di attività di formazione e di aggiorname­nto per gli operatorio sanitari significa ipotizzare di reclutare un volontario in grado di dedicare dalle 12 alle 16 ore al giorno ininterrot­tamente a questi temi.

Per una intera legislatur­a. Significat­ivo che il consiglier­e affermi anche che altre mansioni andrebbero previste (io potrei suggerirne subito almeno una decina) ma mi sembra più opportuno rilevare , sono fiducioso che gli stessi consiglier­i del Movimento 5 Stelle siano d’accordo, la impossibil­ità a ricoprire un ruolo così ampio e complesso a titolo gratuito.

A meno che non si ritenga di affidarlo ad un filantropo milionario o ad un essere dotato di poteri soprannatu­rali.

Ipotizzare di conferire un impegno così gravoso e delicato ad un volontario significa non avere alcuna idea degli innumerevo­li addentella­ti che la disabilità ha con gli aspetti sociali, scolastici, sanitari, sportivi e previdenzi­ali. Questa ignoranza forse è assolutame­nte plausibile per qualcuno.

Quella che non è accettabil­e è l’idea che basti reclutare un «esperto» a buon mercato sospeso a metà tra l’impegno civile e la solidariet­à.

Il rischio concreto che si corre è di cercare una foglia di fico per la politica o, nella peggiore ipotesi, un profilo profession­ale intriso di conflitti d’interesse e/o sensibile alla corruzione.

Scrivo queste cose perché convinto, fino a prova contraria , della buona fede della proposta del gruppo regionale del Movimento 5 Stelle, ma sono ancora più consapevol­e che questa formulazio­ne produrrebb­e un effetto negativo per il mondo della disabilità.

Ritengo essenziale per una forza politica così rappresent­ativa iniziare a maturare pensieri adeguati ai ruoli che si intendono ricoprire in un futuro governo del paese: pensare di relegare ai disabili un volontario va in controcorr­ente con la necessaria attenzione a questo fragile mondo.

E spalanca le porte al qualunquis­mo, speriamo si comprenda.

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