Corriere del Mezzogiorno (Campania)
UN GARANTE A TEMPO PIENO PER I DISABILI
In premessa è necessario chiarire che indicammo circa 7 anni fa all’aspirante sindaco de Magistris la necessità di istituire a livello comunale la figura del garante della disabilità. Mi pare di ricordare che chi poi divenne sindaco di Napoli accolse ed inserì nel suo programma anche l’ obiettivo che l’associazione tutti a scuola aveva proposto. Che siano trascorsi da allora senza nessuna concreta soluzione due tornate elettorali, più di 2000 giorni , rappresenta un dettaglio che non merita commenti. Interessante invece approfondire la proposta che i consiglieri regionali del movimento 5 stelle avanzano alla giunta De Luca sulla necessità di istituire la funzione del garante regionale sulla disabilità. Per sgomberare il campo immediatamente dalla retorica penso che prevedere un incarico regionale così complesso in relazione agli impegni ed alle conoscenze non possa essere assolutamente ritenuta una mansione da svolgere a titolo onorifico. Faccio subito chiarezza senza ipocrisie: prevedere come afferma il portavoce del M5S che le funzioni del garante dovrebbero essere da «principio» quelle di sensibilizzazione, raccolta dati sui disservizi e promozione di attività di formazione e di aggiornamento per gli operatorio sanitari significa ipotizzare di reclutare un volontario in grado di dedicare dalle 12 alle 16 ore al giorno ininterrottamente a questi temi.
Per una intera legislatura. Significativo che il consigliere affermi anche che altre mansioni andrebbero previste (io potrei suggerirne subito almeno una decina) ma mi sembra più opportuno rilevare , sono fiducioso che gli stessi consiglieri del Movimento 5 Stelle siano d’accordo, la impossibilità a ricoprire un ruolo così ampio e complesso a titolo gratuito.
A meno che non si ritenga di affidarlo ad un filantropo milionario o ad un essere dotato di poteri soprannaturali.
Ipotizzare di conferire un impegno così gravoso e delicato ad un volontario significa non avere alcuna idea degli innumerevoli addentellati che la disabilità ha con gli aspetti sociali, scolastici, sanitari, sportivi e previdenziali. Questa ignoranza forse è assolutamente plausibile per qualcuno.
Quella che non è accettabile è l’idea che basti reclutare un «esperto» a buon mercato sospeso a metà tra l’impegno civile e la solidarietà.
Il rischio concreto che si corre è di cercare una foglia di fico per la politica o, nella peggiore ipotesi, un profilo professionale intriso di conflitti d’interesse e/o sensibile alla corruzione.
Scrivo queste cose perché convinto, fino a prova contraria , della buona fede della proposta del gruppo regionale del Movimento 5 Stelle, ma sono ancora più consapevole che questa formulazione produrrebbe un effetto negativo per il mondo della disabilità.
Ritengo essenziale per una forza politica così rappresentativa iniziare a maturare pensieri adeguati ai ruoli che si intendono ricoprire in un futuro governo del paese: pensare di relegare ai disabili un volontario va in controcorrente con la necessaria attenzione a questo fragile mondo.
E spalanca le porte al qualunquismo, speriamo si comprenda.