Corriere del Mezzogiorno (Campania)
C’è un castello lungo un anno
Ha 365 stanze, una per ogni giorno, nell’Ottocento fu il sogno di un nobile spagnolo appassionato d’Oriente Abbandonato da anni, protetto da un comitato, per il Fai è «Il Luogo del cuore». Ma ora l’ha comprato uno sceicco
Auna manciata di chilometri da Firenze c’è un castello. Un castello, quello di Sammezzano — alle porte di Reggello — nobile vicino di casa dei villaggi degli outlet, che sembra incantato. Incantato perché pare paracadutato lì come la casa di Dorothy nel Mago di
Oz, con i suoi decori ottocenteschi di gusto orientalista che poco o nulla c’entrano con i dintorni. Un castello incantato che tutti vogliono vedere e che nessuno, fino a qualche giorno fa, voleva prendere. Come se fosse vittima di un incantesimo. E se l’incantesimo si fosse spezzato?
Ma andiamo con ordine: il castello fino a 200 anni fa era una fortificazione piuttosto tradizionale, quasi anonima se non fosse stato che vide il passaggio di Carlo Magno in una sua visita in Italia nel 780 dopo Cristo. Fu nell’Ottocento però che tutto cambiò: artefice il marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes, erede di una casata di origini spagnole che aveva comprato Sammezzano dai Medici nel 1605. Il marchese — personaggio folle e visionario, attivo in politica — volle trasformarlo in uno scrigno in cima alla collina. Una sorta di esposizione — dentro e fuori — della sua passione: le meraviglie d’oriente, in linea con il gusto del tempo. Nel 1853 ideò questa Alhambra del Chianti giocando con gessi e stucchi e ricavando 365 stanze, tante quante i giorni dell’anno in cui racchiuse l’Oriente, i Paesi arabi, l’India, la Cina e la Corea.
E se a bramarlo sono almeno in 50 mila, tanti i nomi in lista d’attesa per le rarissime aperture straordinarie, a restarne fatalmente colpiti sono stati anche il cinema e le tv. Ultimi esempi, per restare in casa nostra, col regista Matteo Garrone che qui ha voluto ambientare alcune scene del suo
Racconto dei racconti, ma anche L’Oriana, la fiction Rai sulla vita della Fallaci ha visto ricreare qui i Paesi mediorientali in cui realizzò alcune sue note interviste.
Ma al di là della spolverata dei riflettori i problemi restavano. Anzi crescevano. Dopo le razzie dei nazisti le velleità alberghiere. Il primo sogno di un hotel di lusso, con tanto di scheletro in cemento per una nuova struttura rimasto nel parco, era stato quello di una società italiana. Nel 2001 sono gli inglesi a far fallire l’ambizione di un golf resort. Si va all’asta e si parte da 22 milioni. Una dopo l’altra, tutte deserte. Nel frattempo nasce un comitato, si chiama Save Sammezzano con l’associazione «1813-2013». I volontari, tra questi l’ex sindaco di Reggello Massimo Sottani, ogni tanto riescono ad aprirlo al pubblico, e basta far annunciarlo sul web che le liste di attesa esplodono con richieste da tutto il mondo.
La svolta all’ultima asta, quasi inattesa: il 9 maggio scorso, c’è una busta. Arriva da Dubai e vale 15,4 milioni. Un affare. A firmarla è la misteriosa Helitrope limited. Quel che si sa è che dal notaio c’era un costruttore indiano molto vicino allo sceicco del Qatar Al Thani, già noto per il suo fantashopping europeo (leggi Costa Smeralda, la squadra del Paris Saint Germain, il Four Seasons hotel di Firenze). Basterà una busta a spezzare l’incantesimo? Restano tre incognite: la prima è un ricorso di una società italiana che aveva presentato un’offerta fuori dall’asta. La seconda è sul fatto che la nuova proprietà conceda o meno l’accesso ai visitatori esterni. E la terza è rappresentata dal Fai: sì, perché il Fondo per l’ambiente italiano ha visto Sammezzano trionfare con oltre 50 mila voti, nella selezione dei «Luoghi del cuore». Il bando, annuale, chiede agli italiani quali siano i tesori in pericolo a loro più cari per poi intervenire e salvarli. Ma come si fa a salvare qualcosa che ora potrebbe essere salvato da chi se l’è comprato? Bocche più che cucite dal Fai, presieduto da Paolo Carandini, che per ora sta alla finestra. In attesa degli sceicchi.
Visioni Il marchese, personaggio folle e visionario, volle trasformarlo in uno scrigno in cima alla collina