Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Napule è ‘na camminata, da fare con Pino Daniele

Vico Foglie, dove è nato, piazza Santa Maria Nova, per il caffé, i vicoli della sua vita

- Di Michelange­lo Iossa

della carriera del ‘nero a metà’. Oggi la strada su cui si affaccia uno degli ingressi di quel bar è intitolata proprio a Pino Daniele e la lapide che ricorda il musicista è sormontata da una replica della sua iconica chitarra Paradis.

Pino, Carmine, Salvatore, Nello, Patrizia e Rosaria: primo di sei fratelli, ‘il mascalzone latino’ era nato in un sottoscala di Vico Foglie a Santa Chiara, oggi via Francesco Saverio Gargiulo, a pochi metri dalla chiesa di Santa Chiara e da via San Sebastiano, la “strada della musica”, così chiamata per via della grande concentraz­ione di negozi di strumenti musicali.

Storia, architettu­ra, libri, strumenti musicali, antiquaria­to: tutto è concentrat­o in poche centinaia di metri.

Qui tutto è mescolanza e la musica si fa intensa e profonda; anche per questi motivi Pino Daniele ha regalato canzoni fatte di porfido e caffè, di parole e di stelle. Proprio come Santa Teresa: Fatt’accumpagnà fino ‘ncopp ‘a Stella / ‘o vì / ‘e sera parlammo meglio, sì / nuje ca scennevemo Santa Teresa.

La Stella è uno dei quartieri più antichi di Napoli e abbraccia il Borgo dei Vergini, l’area di Materdei e il Rione Sanità, quello dove è nato Totò e quello raccontato da Eduardo De Filippo.

Ultimo tassello dell’ideale viaggio partenopeo sulle tracce di Pino è Piazza del Plebiscito. Qui hanno passeggiat­o Oscar Wilde, Totò, Ernest Hemingway, Eduardo e Peppino De Filippo, Alexandre Dumas, Matilde Serao, Jean-Paul Sartre e Gabriele d’Annunzio.

Foro Regio, Largo di Palazzo, Piazza del Plebiscito o sempliceme­nte ‘Piazza Plebiscito’: quattro nomi ma un unico luogo, venticinqu­emila metri quadrati per una delle piazze più affascinan­ti ed estese d’Italia.

Una cornice unica e una data indimentic­abile per la carriera di Pino Daniele: venerdì 19 settembre 1981, giorno in cui si festeggia San Gennaro, patrono della città. Pino sale sul palco al centro della piazza con la sua band: Tullio De Piscopo alla batteria, Tony Esposito alle percussion­i, James Senese al sassofono, Joe Amoruso alle tastiere. E, naturalmen­te, Rino Zurzolo al basso elettrico: un altro ‘nero a metà’ scomparso appena poche settimane fa, che ha messo al servizio delle canzoni di Pino Daniele – e di moltissimi altri grandi della musica internazio­nale – il suo basso e, soprattutt­o, il suo contrabbas­so.

In quella sera di fine estate di trentasei anni fa, duecentomi­la persone cantano con Pino e per Pino. Il neapolitan power ha così una sua data di nascita. Pino conquista Piazza del Plebiscito, Napoli e i napoletani.

Da allora questa è la piazza dell’amore e della condivisio­ne per i fan di Pino, dal trionfo nella finale napoletana del Festivalba­r del 1997 al ‘Cornetto Free Music Festival’ del 2004, sino al ritorno celebrativ­o con il tour ‘Vai Mò’ del 2008 e al duetto con Laura Pausini datato 2012.

Terra mia e Quanno chiove, Je sto vicino a te e Bella ‘mbriana, fino a ‘O ssaje comme fa ‘o core’ e a Quando, per lambire il ricordo, altrettant­o imperituro e indelebile, di Massimo Troisi: oltre centomila persone si sono radunate proprio qui nei primissimi giorni del 2015 per un flashmob spontaneo, tra i più ampi d’Europa, appena appresa, increduli, la notizia della sua repentina scomparsa. Decine di migliaia di ‘lazzari infelici’, un cordoglio unanime e sconvolto, un lutto cittadino che ha poi accompagna­to il funerale del 7 gennaio. Napule è… era la colonna sonora della ‘gente di Pino Daniele: e tu saje ca nun sì sulo.

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