Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Napule è ‘na camminata, da fare con Pino Daniele
Vico Foglie, dove è nato, piazza Santa Maria Nova, per il caffé, i vicoli della sua vita
della carriera del ‘nero a metà’. Oggi la strada su cui si affaccia uno degli ingressi di quel bar è intitolata proprio a Pino Daniele e la lapide che ricorda il musicista è sormontata da una replica della sua iconica chitarra Paradis.
Pino, Carmine, Salvatore, Nello, Patrizia e Rosaria: primo di sei fratelli, ‘il mascalzone latino’ era nato in un sottoscala di Vico Foglie a Santa Chiara, oggi via Francesco Saverio Gargiulo, a pochi metri dalla chiesa di Santa Chiara e da via San Sebastiano, la “strada della musica”, così chiamata per via della grande concentrazione di negozi di strumenti musicali.
Storia, architettura, libri, strumenti musicali, antiquariato: tutto è concentrato in poche centinaia di metri.
Qui tutto è mescolanza e la musica si fa intensa e profonda; anche per questi motivi Pino Daniele ha regalato canzoni fatte di porfido e caffè, di parole e di stelle. Proprio come Santa Teresa: Fatt’accumpagnà fino ‘ncopp ‘a Stella / ‘o vì / ‘e sera parlammo meglio, sì / nuje ca scennevemo Santa Teresa.
La Stella è uno dei quartieri più antichi di Napoli e abbraccia il Borgo dei Vergini, l’area di Materdei e il Rione Sanità, quello dove è nato Totò e quello raccontato da Eduardo De Filippo.
Ultimo tassello dell’ideale viaggio partenopeo sulle tracce di Pino è Piazza del Plebiscito. Qui hanno passeggiato Oscar Wilde, Totò, Ernest Hemingway, Eduardo e Peppino De Filippo, Alexandre Dumas, Matilde Serao, Jean-Paul Sartre e Gabriele d’Annunzio.
Foro Regio, Largo di Palazzo, Piazza del Plebiscito o semplicemente ‘Piazza Plebiscito’: quattro nomi ma un unico luogo, venticinquemila metri quadrati per una delle piazze più affascinanti ed estese d’Italia.
Una cornice unica e una data indimenticabile per la carriera di Pino Daniele: venerdì 19 settembre 1981, giorno in cui si festeggia San Gennaro, patrono della città. Pino sale sul palco al centro della piazza con la sua band: Tullio De Piscopo alla batteria, Tony Esposito alle percussioni, James Senese al sassofono, Joe Amoruso alle tastiere. E, naturalmente, Rino Zurzolo al basso elettrico: un altro ‘nero a metà’ scomparso appena poche settimane fa, che ha messo al servizio delle canzoni di Pino Daniele – e di moltissimi altri grandi della musica internazionale – il suo basso e, soprattutto, il suo contrabbasso.
In quella sera di fine estate di trentasei anni fa, duecentomila persone cantano con Pino e per Pino. Il neapolitan power ha così una sua data di nascita. Pino conquista Piazza del Plebiscito, Napoli e i napoletani.
Da allora questa è la piazza dell’amore e della condivisione per i fan di Pino, dal trionfo nella finale napoletana del Festivalbar del 1997 al ‘Cornetto Free Music Festival’ del 2004, sino al ritorno celebrativo con il tour ‘Vai Mò’ del 2008 e al duetto con Laura Pausini datato 2012.
Terra mia e Quanno chiove, Je sto vicino a te e Bella ‘mbriana, fino a ‘O ssaje comme fa ‘o core’ e a Quando, per lambire il ricordo, altrettanto imperituro e indelebile, di Massimo Troisi: oltre centomila persone si sono radunate proprio qui nei primissimi giorni del 2015 per un flashmob spontaneo, tra i più ampi d’Europa, appena appresa, increduli, la notizia della sua repentina scomparsa. Decine di migliaia di ‘lazzari infelici’, un cordoglio unanime e sconvolto, un lutto cittadino che ha poi accompagnato il funerale del 7 gennaio. Napule è… era la colonna sonora della ‘gente di Pino Daniele: e tu saje ca nun sì sulo.