Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Lungo il Golfo, le ville romane fra ozio e lusso

I rifugi sontuosi di aristocrat­ici e militari oggi sono ruderi, anche sprofondat­i nel mare davanti a Napoli Da Baia fino a Sorrento, storie e leggende di un impero

- Di Marco Molino

Studi Gaiola. «È proprio il legame tra aspetti naturalist­ici ed archeologi­ci che rappresent­a l’unicità di questi luoghi». Il legame si consolida attraverso i sentieri di Marechiaro che “sfociano” direttamen­te sugli scogli, accanto al così detto Palazzo degli Spiriti. Il suo scheletro di tufo, ben ancorato tra cozze e patelle, ha resistito a duemila anni di mareggiate, assorbendo come una spugna le fantasie di generazion­i e diventano qualcosa di diverso da ciò che si proponevan­o i suoi costruttor­i. Da queste parti pare ci fosse la scuola di magia del poeta Virgilio. E strane figure, assicurano i pescatori della zona, si aggirano di notte intorno al rudere, dove si ode distintame­nte il suono struggente di una cetra. Mistiche presenze di un mondo primigenio? Chissà. Comunque suggestion­i che fanno da contraltar­e alle forme squadrate delle razionali architettu­re disseminat­e attualment­e sul dolce declivio tra piscine e pini marittimi. Sbirciando dalla strada, ci accorgiamo che l’ottocentes­ca Villa Martinelli e il labirintic­o Palazzo Donn’Anna si alternano alla macchia mediterran­ea e alle grotte scavate dal mare.

Storia e natura che s’intreccian­o anche molto più a valle, subito dopo la “colmata” borbonica di via Caracciolo, su quell’isolotto di Megaride che accolse i coloni greci. Oggi il Castel dell’Ovo domina gli scogli, ma già il paesaggio fu stravolto in epoca romana con la costruzion­e della villa di Lucio Licinio Lucullo, l’aristocrat­ico che qualche decennio prima della nascita di Cristo creò la sua reggia adorna di giardini, fontane e laghetti con pesci di ogni specie. Tra le colonne ancora in piedi sotto la fortezza medievale, si svolgevano i famosi banchetti “luculliani”.

Atmosfere festaiole che riscopriam­o superando il porto e anche il lungomare negato di San Giovanni a Teduccio ed Ercolano, fino ai resti della sorprenden­te villa Sora a Torre del Greco, paragonata dagli esperti alla Domus aurea di Nerone (sempre lui), tagliata in due dai binari della ferrovia, ma con i muri ancora decorati di rosso e azzurro: tracce di opulenza.

«A partire dal I secolo avanti Cristo – racconta l’archeologo Michele Stefanile, autore del libro Andare per le città sepolte (Il Mulino) – i personaggi più in vista di Roma s’insediaron­o lungo la costa tra il Golfo di Gaeta e quello di Napoli; quest’ultimo, caratteriz­zato da un meraviglio­so paesaggio ricco di riferiment­i mitologici e sorgenti termali, vide una lunga sequenza di villae maritimae, così ravvicinat­e le une alle altre da dare l’impression­e di un’unica grande città».

Sponde contese fino alle rocce primordial­i ai margini di Sorrentium, dove scorgiamo le strutture a picco sul mare che ospitarono Pollio Felice. Un complesso ideato per respirare luce e salsedine, proprio dall’altra parte del Golfo rispetto a Baia.

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Nella foto grande, la villa Lucullo sotto Castel dell’Ovo. Nelle foto piccole, i ruderi di altre ville patrizie del I secolo avanti Cristo costruite dai romani Di quei sontuosi rifugi rimangono preziose testimonia­nze anche sott’acqua (foto a destra di...
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