Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Impianto di compostaggio, ora si guarda a Napoli est
La mancanza di uno stabilimento per trasformare l’umido in fertilizzante obbliga Asia a spedire gli scarti alimentari differenziati a Padova. Costa, tra trasporto e conferimento all’impresa che gestisce il sito, 140 euro a tonnellata. Moltiplicato per le 70.000 tonnellate raccolte nel 2016, significa un salasso pari a 9.800.000 euro. Dopo vari tentativi abortiti, compreso quello che puntava su Scampia, Palazzo San Giacomo ha ora in animo di realizzare un impianto di compostaggio a Napoli est per trattare 70.000 tonnellate di umido all’anno. L’area è quella del depuratore, ma i tempi di realizzazione sono incerti, perché è ancora in corso il trasferimento dei suoli da parte della Regione, che ne è proprietaria. Si tratterà poi di appaltare il lavoro ed avviare il cantiere. L’intervento sarà finanziato da Palazzo Santa Lucia. Sempre in materia di compostaggio, in Comune accarezzano anche l’idea di 30 mini impianti capaci di trattare ciascuno tra le 90 e le 120 tonnellate annue. Oltre all’umido, nel 2016 sono state differenziate a Napoli 20.000 tonnellate di carta, 18.000 di cartone, 24.000 di plastica e 13.000 di vetro. Sulla percentuale totale, Comune e Regione litigano. Asia oggi fornisce il dato del 35%. La Regione dice che è più bassa di tre o quattro punti, perché prova a stimare le quantità effettivamente riciclate, al netto della «differenziata sporca».