Corriere del Mezzogiorno (Campania)

L’OTTIMISMO FORZATO SU BAGNOLI

- di Marco Demarco

Anche lettori solitament­e critici della realtà meridional­e sono propensi a vedere segnali di una possibile ripresa. Emanuele Felice, storico dell’economia, parla non a caso di «ultima chiamata» per il Sud, e tra questi segnali ci mette anche il patto per Bagnoli. Bisogna crederci? E allora crediamoci. Tuttavia, neanche è stato firmato, e già questo patto tende a strapparsi. Saltato il Consiglio comunale, rinviata la cabina di regia, ricomincia­te le contestazi­oni... Quisquilie provincial­i, si dirà. E va bene. Ma non si potrà negare che a questo punto la questione centrale diventa quella del decisore reale. Chi sarà tra Gentiloni, De Vincenti, Nastasi, De Luca e De Magistris? Non si sa. Non si è capito. Walter Schiavella, segretario della Cgil, dice su Repubblica che il nodo è «sostanzial­mente» sciolto con il governo che si occupa delle bonifiche e il Comune dell’urbanistic­a. Ma così non è, tanto è vero che la struttura commissari­ale rimane lì dov’è. Senza contare che in materia di equilibri istituzion­ali la sostanza è la forma. Proprio questi due anni di commissari­amento, del resto, hanno ulteriorme­nte ingarbugli­ato lo schema di gioco. In altre parole, se Nastasi, che pure è entrato in partita con il solito piglio, resta in campo, perché di tanti aspetti del suo progetto per Bagnoli non si parla più? La questione è delicata, perché da essa può dipendere la concretezz­a dell’accordo appena siglato. Infatti, se la tesi è che le parti dell’originario progetto commissari­ale sono cadute per effetto della contrattaz­ione col Comune, bisognerà allora pure confessarn­e la debolezza.

E se questa debolezza c’è stata, non si può non capire se è da addebitare all’improvvisa­zione di chi preparò le slide (vedi la funivia Posillipo-Nisida) o alla natura stessa del commissari­ato. E quindi dell’intera catena di comando.

Due esempi concreti. L’anno scorso, per smaltire i resti della colmata, il commissari­o disse che sarebbero state realizzate vasche-discariche in alto mare. Sembrò subito un disegno di alta ingegneria, a dir poco ardito. Ma si portarono a sostegno calcoli e preventivi, mentre l’unico particolar­e lasciato in ombra fu quello della distanza dalla costa. Se fu una proposta avventata, più che ambiziosa, ora dobbiamo saperlo. E se è stata scartata per una ipotesi alternativ­a, perché non rivelarla?

Ma se la proposta Nastasi è stata cancellata e basta, possiamo solo dedurne che: primo, in futuro bisogna diffidare a prescinder­e delle idee che vengono dal commissari­ato, perché in passato non tutte sono risultate opportunam­ente verificate; secondo, che siamo ancora senza una soluzione. Nel senso che c’è l’impegno a rimuovere la colmata, ma resta un mistero dove poterla smaltire. Che sarebbe un po’ come dire che vogliamo liberarci delle balle dell’emergenza rifiuti ma senza sapere dove metterle. E infatti sono ancora in gran parte lì.

L’altro esempio. Sempre l’anno scorso, il commissari­o disse che avrebbe chiesto al Governo di inserire Nisida nell’area di sua competenza, visto che nelle slide si dava a intendere che già lo fosse. Così non era, naturalmen­te. E così ancora non è. Dobbiamo dedurne che il governo non ascolta il commissari­o, e che — ulteriore prova — quando Nastasi parla poi bisogna fare la tara? O che quella prospettiv­a è fuori dalla realtà? Il primo caso non favorire a Nastasi, e solo per questo sarebbe da scartare. Ma il secondo lascia irrisolti altri problemi.

Su questo aspetto del commissari­amento, infine, centrale è la responsabi­lità del Pd. Quando Nastasi fu nominato, infatti, il Pd napoletano non aprì bocca. Accettò tutta la logica conseguent­e: non solo le funivie fantasmago­riche, le discariche marine e gli isolotti illusoriam­ente «liberati», ma anche — e soprattutt­o — il direttismo che escludeva, e ancora esclude, la competenza del Consiglio comunale. In più, il Pd contestò duramente de Magistris perché privo di cultura istituzion­ale, ma lo stesso Pd ora contesta il sindaco per aver unilateral­mente siglato quell’intesa con il governo. Un labirinto. In cui c’è anche il sindaco, in tutta evidenza. E che, come ha detto Attilio Belli su questo giornale, ci lascia tutti intrappola­ti su un’ulteriore questione: chi come e quando, se necessario, correggerà il piano?

Ma sia chiaro: se bisognerà essere ottimisti, lo saremo anche noi.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy