Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Regione, no al vitalizio solo su base volontaria
Bocciato il divieto di cumulo
Nell’ultima seduta del Consiglio regionale della Campania l’assemblea ha approvato un emendamento in cui si rimette ogni decisione sulla rinuncia al vitalizio alla volontà di ciascun consigliere. Come dire che se qualcuno, deliberatamente, vuole fare a meno di pesare sulle casse del Consiglio regionale, sarà libero di farlo.
A Montecitorio, almeno, ci hanno provato a tagliare i vitalizi della «casta». Ma non è detto che l’esito sarà quello auspicato. Occorre attendere che il provvedimento passi anche al Senato o che la Consulta non lo giudichi anticostituzionale. Forse un giorno si potrà raccontare che per qualche attimo abbiamo potuto immaginare che anche i politici potessero subire lo stesso (mal)trattamento pensionistico riservato agli altri cittadini, quelli costretti a passare dal sistema retributivo a quello contributivo. Nel consiglio regionale della Campania, invece, hanno fatto soltanto finta di voler procedere nella stessa direzione. Nell’ultima seduta, infatti, l’assemblea si è limitata ad approvare un emendamento-burla in cui si rimette ogni decisione sulla rinuncia al vitalizio alla volontà di ciascun consigliere regionale. Come dire che se qualcuno, deliberatamente, vuole fare a meno di pesare sulle casse del consiglio regionale, sarà libero di farlo. (E già sogniamo frotte di generosi ex eletti pronti a sottoscrivere solenni richieste di volontaria rinuncia). Mentre è stato respinto l’altro provvedimento che avrebbe vietato il cumulo tra il vitalizio di consigliere e quello di parlamentare o europarlamentare. Il Pd, per uscire dall’imbarazzo, ha annunciato che se ne riparlerà dopo la pausa estiva: forse sperando che nessuno se ne ricordi. Ma i Verdi, con il capogruppo Francesco Emilio Borrelli, già firmatario degli emendamenti sottoposti al vaglio del consiglio regionale, riferiscono che presenteranno un disegno di legge per consentire il passaggio al sistema contributivo sulla scia della legge in discussione alla Camera. «Indecente che ex parlamentari e consiglieri regionali come Giuseppe Scalera percepiscano tre vitalizi più la pensione — ha commentato Borrelli —. Qui non siamo in presenza di diritti acquisiti, ma solo di privilegi inaccettabili. È giusto ricordare che dalla legislatura in essere i vitalizi sono stati giustamente aboliti in Regione Campania». In totale, ogni anno in Regione Campania si spendono 10 milioni 752 mila 639.12 euro per pagare 246 vitalizi di cui 60, per una somma di 2 milioni 264 mila 355.60, destinati agli eredi degli ex consiglieri regionali.
Ma torniamo agli ex parlamentari nazionali. Secondo i calcoli, il vitalizio dei parlamentari potrebbe essere decurtato del 40 per cento. E così, in vetta alla classifica dei pensionati «paperoni» del parlamento italiano, figurano alcuni ex big della politica campana: se dovesse passare la nuova legge presentata da Richetti del Pd, l’ex presidente del Senato, Nicola Mancino, al quale viene corrisposto un vitalizio di 6939 euro al mese, incasserà 4164 euro. Stesso trattamento per l’attuale sindaco di Benevento ed ex Guardasigilli, Clemente Mastella: anche lui, con i tagli previsti, passerebbe dagli attuali 6939 ai 4164 euro al mese. «Quella dei vitalizi è una idiozia politica — ha commentato l’ex leader dell’Udeur — che poi vedrete risulterà anche incostituzionale. Noi abbiamo messo tanto e adesso guadagniamo tanto. Cosa c’è di male?». Basterebbe chiederlo agli esodati e a tutti coloro che hanno dovuto fare i conti con la riforma Fornero. Tra gli altri campani destinatari di assegni mensili di peso figura Ciriaco De Mita, ex leader della Dc e attuale sindaco di Nusco. De Mita incassa 5811 euro e potrebbe vedersi ridurre l’importo mensile a 3486 euro. Così come Paolo Cirino Pomicino che da 5.570 euro potrebbe ricevere 3250 euro. O Ferdinando Imposimato, ex magistrato e senatore del Pds originario di Maddaloni, che oggi riceve 4580 euro e potrebbe accontentarsi di 2748 euro al mese. Oppure Antonio Bassolino che soltanto dal Parlamento riceve all’incirca 3000 euro al mese e potrebbe trovarsi con un assegno di 1800 euro, senza considerare il cumulo con il vitalizio regionale di 3480.82 euro netti.