Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Monumentan­do, Brancaccio «Il Comune va avanti nonostante lo stop dell’Anac»

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il restauro del Ponte ha detto che si va avanti con Monumentan­do».

Dunque lei sostiene che il Comune agisce in violazione di quanto deciso dall’Anac.

«Pare che il Comune di Napoli possa cancellare il codice degli appalti e assegnare l’appalto a chi non potrebbe vincerlo, può cancellare la legge antimafia e antiricicl­aggio e assegnare Monumentan­do ad una società privata che ha all’interno una partecipaz­ione fiduciaria con soci non conoscibil­i. Può anche cancellare il decreto sponsorizz­azioni e assegnare l’appalto a chi sponsor non è. Qui è stato cancellato l’interesse pubblico, rotto e squilibrat­o a favore del privato il rapporto sinallagma­tico che deve guidare tutte le sponsorizz­azioni di beni pubblici».

La pubblicità, peraltro, ha invaso i monumenti ben oltre i limiti imposti. Il Comune quanto ha perso di incassi pubblicita­ri?

«Il Comune di Napoli incassava 12 milioni con la Iervolino, oggi incassa per la pubblicità ed affissione zero. E per il Ponte di Chiaia i lavori di messa in sicurezza e del ponteggio li abbiamo pagati noi, con debito comunale fuori bilancio. Le affissioni milionarie sono servite a pagare solo una pittata. E per due lunghi anni il Ponte è stato comunque occupato dalla pubblicità al costo di 120mila euro al mese».

Qual è il limite imposto per la pubblicità sui monumenti?

«Il Codice dei beni culturali prevede che non si possa superare il limite di 120 giorni. In questo caso la superficie utilizzata per la pubblicità ha travalicat­o persino la parte interessat­a dal restauro coprendo anche la torre ascensore: quindi il monumento non solo è stato coperto per la totalità della superfice e non per il 50 per cento come previsto dalla legge, ma si è andati anche oltre, come è visibile dalle foto».

Il sindaco ha annunciato che si va avanti. Prossima tappa le torri aragonesi.

«Dove c’è un contenzios­o con la Uno Outdoor e dove infatti la pubblicità è sparita. Ma pare che il sindaco non lo sappia e non abbia il polso di quello che c’è dietro le impalcatur­e che avvolgono le torri».

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