Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Le telecamere non bastano qui servono agenti e scuole»
Centro storico e Sanità, le municipalità commentano il progetto Argo
Col «Progetto Argo» da 8 milioni di euro saranno installate altre 92 telecamere al centro storico e alla Sanità, offerte dalla Regione, alimentate dal Comune e manutenute dagli Interni.
La città intanto è zeppa di telecamere e lettori ottici, dei quali, disse l’ottobre scorso il ministro Minniti a Napoli, sono funzionanti appena «il 52%». Ai Decumani apparvero già negli anni Novanta col progetto Centaur, telecamere rimaste spente assieme a quelle del Giubileo sullo stesso asse greco-romano. Tra il 2000 e 2006 189 dispositivi furono installati in zona collinare. Nel 2007-2013 i primi ripristini «dai danneggiamenti» e «aggiornamenti tecnologici» dei software difettosi; nel 2013 il Dipartimento Sicurezza ha investito quasi 17 milioni tra 740 dispositivi di cui 426 a Napoli e progetti di videosorveglianza integrata coi Comuni. Mentre le telecamere finanziate dall’ex Provincia e dall’ex giunta regionale in Terra dei Fuochi (a lungo manutenute almeno in bilancio) sono scatole vuote da un pezzo. Come reagiscono centro storico e Sanità alla notizia dei 92 nuovi dispositivi? «Il problema è capire quante telecamere sono già fuori servizio e se saranno recuperate - dice il consigliere municipale delegato Pino De Stasio, commerciante - ad esempio al Decumano centrale e ai Banchi Nuovi. Abbiamo già quelle del Pon Sicurezza e diverse che non funzionano, il prefetto ci disse che sarebbero state riattivate. Recuperassero prima quelle già posizionate strategicamente. Già noti i malfunzionamenti dei lettori ottici di piazza Dante, che non multavano, o a Mezzocannone e via Monteoliveto». Qui trovano eco le parole del questore De Iesu: le divise restano insostituibili. Perché «il problema c’è dalla mezzanotte, con la movida, dovrebbero restare le divise che vediamo invece la mattina e il pomeriggio, con l’Esercito, i vigili, la finanza... le telecamere non potranno mai dare un contributo definitivo, sarebbe importante investire invece sugli uomini più che su occhi elettronici che sono già ovunque e dovrebbero già essere funzionanti, ci sembra una sovrapposizione. C’è un problema molto serio di controllo del territorio soprattutto dal venerdì notte alla domenica e mantenere altre 92 telecamere avrà anche un costo a carico del Comune». Il presidente municipale del Rione Sanità invece chiede, «piuttosto», progetti per le associazioni che si occupano di recupero degli studenti evasi. «Solo passerelle per questo Governo? Mi sento tradito - scrive Ivo Poggiani sulla sua pagina social -. In questi giorni parte realmente il progetto di videosorveglianza chiesto dopo la morte di Genny Cesarano. Ma in Prefettura col ministro avevamo parlato anche di sicurezza a 360 gradi. Di una saturazione del quartiere da parte delle forze dell’ordine e di un grande progetto sulla dispersione scolastica. I dati del Rione Sanità sono drammatici, qui le camorre attingono la loro manovalanza. Abbiamo lavorato con 7 scuole e diverse agenzie ad un progetto di presa in carico di 500 ragazzi e sebbene abbia fatto il giro di tutte le scrivanie degli uffici ministeriali stiamo ancora a zero. Come al solito si preferisce la linea muscolare repressiva senza attaccare i problemi alla radice». Mentre invece la Rete Sanità è scesa in piazza più volte protestando per la scuola tout court, contro «la chiusura di un avamposto di legalità e cultura», il plesso Caracciolo, istituto superiore accorpato all’Isabella D’Este. Intanto, il Rione Sanità e il centro storico come il resto della città e la provincia sono descritte nella relazione semestrale della Dia come «saturate» invece dai clan o da feroci bande di giovanissimi abilmente affiancate o scatenate da clan storici per conservare, in un caos sanguinario, potere e territorio.
Il consigliere De Stasio Abbiamo un grosso problema dalla mezzanotte in poi ai Decumani, dove sparisce il controllo diurno Il presidente Poggiani Il nostro quartiere ha bisogno di recuperare i ragazzi che evadono l’obbligo scolastico, è questa la vera emergenza