Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Crisi ed esuberi, fondi solo all’Eav L’Anm: pronto il ricorso al Tar
L’amministratore Maglione: ufficio legale già al lavoro
«Ricorriamo al Tar. Il via libera della Regione ai prepensionamenti dei dipendenti del trasporto pubblico, con un fondo per i soli esodi Eav, è lesivo dei diritti di Anm». Così l’amministratore Unico di Anm, Ciro Maglione.
NAPOLI «Siamo pronti a ricorrere al Tar. Il via libera della Regione agli scivoli per i prepensionamenti dei dipendenti delle società di trasporto pubblico locale, con l’istituzione di un fondo destinato ai soli esodi Eav, è lesivo per i diritti di Anm». Così l’amministratore Unico di Anm, Ciro Maglione, commenta la pubblicazione sul Burc del disciplinare che dà avvio al fondo di sostegno – complessivamente 18 milioni – destinato agli esodi incentivati per ridurre gli esuberi della pianta organica delle aziende di trasporto pubblico.
«Il nostro ufficio legale è al lavoro – aggiunge Ciro Maglione, che si è insediato da poche settimane alla guida dell’azienda di via Gianbattista Marino – per verificare le coordinate e la congruità di un ricorso che penalizza pesantemente l’azienda di trasporti napoletana». La decisione di Palazzo Santa Lucia è in aperto contrasto con la delibera pubblicata sul Burc lo scorso 2 gennaio che aveva come oggetto: Fondo regionale per i lavoratori delle aziende del trasporto pubblico locale, programmazione risorse. Solo pochi mesi fa la Regione aveva disposto di destinare, senza fare distinzioni fra le diverse aziende, «ad azioni di incentivazione all’esodo le risorse residue del Fondo Regionale istituito». A disposizione un finanziamento pari a 24 milioni, già stanziato per la realizzazione di Percorsi di formazione e riqualificazione del personale e per i contratti di solidarietà, oltre che per una serie di azioni per arginare la crisi di aziende che sono in difficoltà evidenti, con ricadute significative sull’utenza.
E mentre Eav gongola e si prepara ad un poderoso turn over, mettendo in pensione circa 100 dipendenti e procedendo all’assunzione di almeno il triplo di giovani figure professionali per i prossimi tre anni, i sindacati di Anm sono sul piede di guerra. Natale Colombo, Filt Cgil, fa notare le evidenti difformità rispetto alla delibera del 2012. «La modifica riguarda l’articolo 5, che dà ora assoluta priorità alle partecipate di Palazzo Santa Lucia. Anm su queste risorse ci faceva affidamento — ricorda —. Avrebbero reso meno traumatica la gestione di questo stato di crisi». Per Adol- fo Vallini, dell’Usb, si tratta di uno scontro politico che viene fatto pagare ai dipendenti di Anm e, soprattutto, ai viaggiatori che utilizzano i mezzi dell’azienda. «Siamo di fronte ad un fatto grave, ma non inaspettato — sottolinea —, attuato dalla Regione Campania nei confronti di Anm. Una decisione che, in combinato disposto con la mancata erogazione dei quindici milioni in tre anni, rischia di accelerare il fallimento. È il solito dispettuccio in pieno stile PD: montagne di soldi per sanare i debiti delle aziende regionali e la canna del gas per le aziende comunali. Questo gioco può portare alla paralisi del trasporto pubblico locale le cui vittime saranno i dipendenti e l’utenza».
Ciro Maglione Il via libera a risorse destinate ai soli esodi di aziende regionali, è lesivo per i nostri addetti