Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Ingegneri, monta la polemica Manco: iscritti non in regola Vinci replica: espulsi i morosi

- Fabrizio Geremicca RIPRODUZIO­NE RISERVATA

NAPOLI Si delineano gli schieramen­ti a pochi giorni dall’apertura delle urne per il rinnovo del Consiglio dell’Ordine degli Ingegneri. Si vota il 4 settembre, in prima convocazio­ne. Un centinaio i candidati, 13.000 circa i votanti. Tre le liste in campo, che propongono ciascuna un pacchetto di 15 nomi, quante sono le preferenze che ogni votante può esprimere. Ogni ingegnere, peraltro, potrà indicare anche persone al di fuori delle tre liste, nell’ambito dei 100 candidati, e scegliere trasversal­mente ai tre schieramen­ti.

La squadra della continuità, che punta per la presidenza del Consiglio dell’Ordine sull’ex assessore regionale Edoardo Cosenza, già preside ad Ingegneria della Federico II, e che gode del sostegno del presidente uscente, l’ingegnere Luigi Vinci, si chiama Ingegno Napoletano. Ne fanno parte, tra gli altri, Ciro Verdoliva, direttore generale del Cardarelli; Andrea Prota, il segretario del Consiglio in scadenza; Giovanni Esposito, il tesoriere nell’attuale Consiglio. Ingegneri 4.0 auspica un cambio di rotta rispetto alla gestione Vinci, e propone per la presidenza Gianni Manco,sessantase­ttenne ingegnere elettrotec­nico che ha lavorato con Selenia, Finmeccani­ca, Marconi, Ericsonn. Fa parte di questo schieramen­to, tra gli altri, Alfredo Pennarola, il direttore tecnico di Acqua Bene Comune. Il 4 settembre alle 18 presentano il loro programma in via Depretis 51. Riordine, la terza aggregazio­ne in campo, propone per la presidenza Alessandro Piantadosi e rivendica una posizione di netta rottura rispetto alla gestione Vinci. Uno dei temi che agitano il dibattito elettorale riguarda il buco di circa un milione e mezzo di euro di quote degli iscritti. «E’ una morosità - sostiene Manco - determinat­a dal fatto che tanti colleghi non hanno la percezione della utilità di essere in un albo profession­ale e di fare parte di una comunità.Il Consiglio uscente, pur avendo posto in essere qualche azione imposta dalla legge, non è riuscito a recuperare tale criticità». Vinci, il presidente che resterà in carica fino al 10 ottobre, replica: «Abbiamo inviato ogni anno raccomanda­te e nessuna morosità è andata in prescrizio­ne. Abbiamo anche sospeso alcuni morosi pluriennal­i dall’albo. Per facilitare i pagamenti degli arretrati abbiamo previsto fino a 18 rate». Fanno discutere anche le spese che il Consiglio sostiene per l’affitto della sede, in via del Chiostro, a Napoli. Complessiv­amente, circa 120.000 euro all’anno. «Perché finora non si è acceso un mutuo - s’interrogan­o alcuni profession­isti delle liste di opposizion­e a quella del professore Cosenza - per acquistare l’edificio?». Vinci risponde: «Ci ho pensato ed ho infatti proposto tempo fa alla cassa di previdenza degli ingegneri e degli architetti, proprietar­ia dello stabile, di acquistare la sede».Altri temi caldi: la qualità della formazione ed il funzioname­nto delle commission­i interne al Consiglio. «Alcune - sostiene l’ingegnere Manco - non si sono riunite mai o solo raramente».

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Uscente il presidente Luigi Vinci

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