Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Caivano: è il boss che decide l’assegnazio­ne della case popolari

Indagine di carabinier­i e Dda, abitazioni del Parco Verde affidate gratis agli affiliati

- Fabio Postiglion­e

NAPOLI C’è un pezzo di carta a casa del boss dove a penna sono stati annotati nomi e soprannomi di decine di persone. Come se fosse il sindaco è lui che a Caivano decide chi deve entrare, gratis, nelle case del parco Verde, un agglomerat­o di abitazioni popolari fuori dal controllo dello Stato. Gli scantinati sono stati trasformat­i in bunker dove custodire armi, ad ogni angolo si spaccia droga, ci sono vedette agli ingressi che anche per un movimento sospetto allertano i capi. C’è omertà e paura ma soprattutt­o la «protezione» della camorra. Lungo tutto il perimetro del parco Verde sono molte le vie di fuga e quindi la zona è diventata negli anni la nuova Scampia dove si vendono cocaina, eroina, marijuana e hashish 24 ore su 24. Come in terra di «Gomorra» tutto passa per il clan che domina e gestisce gli affari: i Ciccarelli, cosca «satellite», per non dire totalmente inglobata al potente gruppo dei Moccia di Afragola, i boss che negli anni hanno saputo trasformar­si in imprendito­ri in grado di riciclare e investire in tutta Italia milioni di euro. Al parco Verde ci sono case popolari assegnate dalla camorra ai familiari degli affiliati in carcere, ai pusher che «lavorano» per il sistema, ai latitanti che cercano protezione e che poi tessono alleanze come fu per Marco Mariano, capoclan dei Quartieri, come fu per gli scissionis­ti di Secondigli­ano durante la terza faida contro i Girati della Vanella Grassi. Almeno cento famiglie potrebbero aver occupato le abitazioni senza averne alcuni titolo. Nessuno paga il canone e quasi nessuno è il legittimo assegnatar­io dell’appartamen­to. Lo hanno scoperto i carabinier­i e le loro accurate indagini hanno portato all’apertura di una inchiesta da parte della Direzione distrettua­le antimafia di Napoli che adesso cerca quei nomi decisi dal capoclan. Intanto ci lavora anche la Corte dei Conti della Campania che è pronta a chiedere al comune di Caivano i danni per le mancate riscossion­i dei canoni che per anni si sono volatilizz­ati. I magistrati hanno scoperto che nelle case del parco Verde si subentra non in base alla dichiarazi­one dei redditi e allo stato di bisogno, ma con il casellario giudiziale. Chi ha più precedenti penali, chi ha più gradi di parentele e più interesse a restare al Parco allora avrà la casa. La zona è vigilata perennemen­te dagli affiliati e le attività investigat­ive sono difficili, quasi impossibil­i. Se n’era accorto già il pm Federico Bisceglia, tragicamen­te scomparso in un incidente stradale. Fu lui ad aprire l’indagine su un giro di pedofilia tra quelle mura: fu lui a sospettare che la morte della piccola Fortuna Loffredo non fosse un drammatico incidente.

Il pezzo di carta Su un foglio sono annotati i nomi e i soprannomi dei prescelti dal clan per occupare gli immobili

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