Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Caivano: è il boss che decide l’assegnazione della case popolari
Indagine di carabinieri e Dda, abitazioni del Parco Verde affidate gratis agli affiliati
NAPOLI C’è un pezzo di carta a casa del boss dove a penna sono stati annotati nomi e soprannomi di decine di persone. Come se fosse il sindaco è lui che a Caivano decide chi deve entrare, gratis, nelle case del parco Verde, un agglomerato di abitazioni popolari fuori dal controllo dello Stato. Gli scantinati sono stati trasformati in bunker dove custodire armi, ad ogni angolo si spaccia droga, ci sono vedette agli ingressi che anche per un movimento sospetto allertano i capi. C’è omertà e paura ma soprattutto la «protezione» della camorra. Lungo tutto il perimetro del parco Verde sono molte le vie di fuga e quindi la zona è diventata negli anni la nuova Scampia dove si vendono cocaina, eroina, marijuana e hashish 24 ore su 24. Come in terra di «Gomorra» tutto passa per il clan che domina e gestisce gli affari: i Ciccarelli, cosca «satellite», per non dire totalmente inglobata al potente gruppo dei Moccia di Afragola, i boss che negli anni hanno saputo trasformarsi in imprenditori in grado di riciclare e investire in tutta Italia milioni di euro. Al parco Verde ci sono case popolari assegnate dalla camorra ai familiari degli affiliati in carcere, ai pusher che «lavorano» per il sistema, ai latitanti che cercano protezione e che poi tessono alleanze come fu per Marco Mariano, capoclan dei Quartieri, come fu per gli scissionisti di Secondigliano durante la terza faida contro i Girati della Vanella Grassi. Almeno cento famiglie potrebbero aver occupato le abitazioni senza averne alcuni titolo. Nessuno paga il canone e quasi nessuno è il legittimo assegnatario dell’appartamento. Lo hanno scoperto i carabinieri e le loro accurate indagini hanno portato all’apertura di una inchiesta da parte della Direzione distrettuale antimafia di Napoli che adesso cerca quei nomi decisi dal capoclan. Intanto ci lavora anche la Corte dei Conti della Campania che è pronta a chiedere al comune di Caivano i danni per le mancate riscossioni dei canoni che per anni si sono volatilizzati. I magistrati hanno scoperto che nelle case del parco Verde si subentra non in base alla dichiarazione dei redditi e allo stato di bisogno, ma con il casellario giudiziale. Chi ha più precedenti penali, chi ha più gradi di parentele e più interesse a restare al Parco allora avrà la casa. La zona è vigilata perennemente dagli affiliati e le attività investigative sono difficili, quasi impossibili. Se n’era accorto già il pm Federico Bisceglia, tragicamente scomparso in un incidente stradale. Fu lui ad aprire l’indagine su un giro di pedofilia tra quelle mura: fu lui a sospettare che la morte della piccola Fortuna Loffredo non fosse un drammatico incidente.
Il pezzo di carta Su un foglio sono annotati i nomi e i soprannomi dei prescelti dal clan per occupare gli immobili