Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Quella baia nel Maine tra i laghi e le montagne
Al confine con il Canada una cittadina che ha origini settecentesche e una vocazione turistica legata alle attività sportive sia d’estate sia d’inverno
La baia di Napoli è uno dei simboli dell’Italia nel mondo e, non a caso, venne scelta anche come titolo tricolore del film «It Started in Naples» del 1960 con Sophia Loren e Clark Gable. Un’immagine che racconta naturalmente molto altro e che è fatta di memorie collettive, di cartoline, di oleografia, di canzoni, di profumi mediterranei e di mare.
Ma basta spostarsi nello Stato del Maine per rendersi conto che in un angolo degli Usa il termine «the bay of Naples» è associato ad un panorama elegante e piuttosto noto in un’area nel quale i grandi laghi sono assoluti protagonisti. Furono alcuni coloni e agricoltori a fondare la città di Naples nella Contea di Cumberland nel 1790: come avvenuto per tutte le altre Naples a stelle e strisce, anche in questo caso il nome della cittadina è un omaggio alla Napoli italiana e venne scelto nel marzo del 1834, quando al villaggio originario vennero accorpati i comuni di Harrison, Raymond, Otisfield e Bridgton. Pochi anni più tardi, Naples acquisì altri territori da Sebago, il cui lago omonimo è artefice del panorama di quella baia di Napoli che fa sognare i cittadini del Maine.
Sono poco meno di quattromila i cittadini di Naples, mentre la popolazione della Cumberland County supera i 260.000 abitanti, molti dei quali residenti a Portland, capoluogo della contea che dista poco più di un’ora da Naples.
TownOfNaples.org è il sito di riferimento per scoprire qualcosa in più su questa Napoli del Maine in cui anticamente si producevano apprezzatissimi abiti da donna e da uomo, scarpe e stivali.
Una spiaggia municipale e un attracco per barche sono destinati ai soli residenti in regola con il pagamento delle tasse, mentre il Parco Nazionale del Lago Sebago e i numerosi fiumi e laghi presenti nell’area di Naples sono utilizzati da tutti sia in estate che in inverno, stagione durante la quale i «napoletani» del Maine si dedicano allo sci, vista la presenza di molte vette montuose.
L’Oceano Atlantico incontra alcuni dei laghi più rilevanti del continente, mentre i Monti Bianchi del sistema montuoso degli Appalachi fanno da sfondo ad una natura decisamente generosa in termini di biodiversità: non è un caso che il soprannome del Maine sia «Lo Stato dell’Albero di Pino», come gli americani amano chiamare questo luogo che sin dal 1665 è iscritto nei registri ufficiali degli Usa.
Il Canada è lì a due passi dal Maine, collocato nell’estremità nordorientale degli States e trasformatosi, per la sua collocazione geografica, in uno dei primi approdi per coloni che, dall’Europa, partivano alla scoperta del Nuovo Mondo.
Talvolta il Maine fa capolino nei testi delle canzoni dei songwriter statunitensi – come in «A little more time with you» di James Taylor – ma è in alcuni tra i romanzi più amati e venduti degli ultimi decenni che il Maine fa la parte del leone. La «Signora in Giallo» Jessica Fletcher, ideale scrittrice di gialli impersonata in televisione dalla popolarissima Angela Lansbury, vive e lavora in questo Stato, mentre nella immaginaria cittadina di Crosby è ambientato il romanzo Olive Kitteridge dell’autrice Elizabeth Strout, che nel 2009 ha ricevuto il Premio Pulitzer.
È soprattutto l’imperatore incontrastato della letteratura horror americana, mr. Stephen King, ad aver puntato un riflettore sullo «Stato dell’Albero di Pino» perché è proprio qui che sono ambientati moltissimi suoi libri e decine sono i luoghi del Maine da lui raccontati, incluso l’immaginario Castle Rock.
Una piccola curiosità: King si divide tra la sua villa di Bangor, non distante dalla Naples del Maine, e la sua residenza estiva di Naples, nella Florida soleggiata. Due baie di Napoli per il re dell’horror: vedi Naples e poi raddoppi.