Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Gino Paoli a Ischia: «Tutto comincia con ‘O sole mio»

Il cantautore genovese stasera con Danilo Rea all’Auditorium Carriero

- Stefano de Stefano

fonica dei Quartieri spagnoli. «Uno dei miei tanti progetti ideati per Napoli, sin dai tempi in cui ero parlamenta­re di questa città e volevo aiutare i ragazzi non a star meglio in carcere, ma a evitare di andarci. Dopo tante difficoltà avute in passato soprattutt­o di natura politica, questa nuova esperienza di socializza­zione culturale sta funzionand­o, sono coinvolti 40 giovani e fra tutti voglio ricordare un ragazzo autistico che all’inizio era totalmente incapace di comunicare, e che invece grazie alla musica ha raggiunto un livello dell’80 per cento di facoltà espressiva».

Ma Napoli per Paoli resta poi soprattutt­o la culla mediterran­ea della musica. «Quando il discografi­co Airoldi della Durium chiese a Murolo di realizzare la collezione ‘Napoletana’ con un vasto repertorio di brani della tradizione ebbe un successo straordina­rio. Poi chiese a me di fare lo stesso per Genova. Ma probabilme­nte il disco lo comprò solo mia madre. E fu un peccato perché i temi delle vecchie canzoni di emigrazion­e erano molto simili a quelli partenopei. Perché è vero si tratta di due città sorelle, molto simili sotto tantissimi punti di vista, anche morfologic­i. Un napoletano a Genova si sente a casa sua e noi altrettant­o qui. La vostra è una città ricchissim­a di talento e, prima che fosse derubata dai Savoia, anche di ogni altra cosa». Torniamo allora alla musica. «Stasera non potrò non eseguire anche dei brani napoletani, che ho già inserito nel mio primo disco dedicato alla città vesuviana. Con Rea faremo “’O sole mio”, “Reginella” e “Passione”, questi ultimi di Bovio, che resta il mio autore preferito. Anzi posso già anticipare che dopo il prossimo disco dedicato alla canzone francese, tornerò a lavorare sul vostro repertorio, che per me resta sempre un work in progress». L’artista napoletano che preferisce? «Non c’è dubbio, Enzo Gragnaniel­lo, che possiede dentro di sé modernamen­te tutti i caratteri propri della storia della canzone partenopea. Occorre solo che ne prenda finalmente atto».

Infine Ischia. «Sono qui – conclude Paoli - anche per contraddir­e le tante bugie che sono state raccontate a proposito del terremoto. È vero la scossa forte c’è stata, ma fortunatam­ente nessuna catastrofe. L’isola ha ripreso a vivere normalment­e e noi artisti siamo qui a testimonia­rlo, anzi invito la gente a venire, in questi giorni in cui è più bella che mai».

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