Corriere del Mezzogiorno (Campania)
MA LA CITTÀ NON RIVENDICA IL SUO MOLO
Sul fronte del turismo, i fatti del mondo, ed è inutile ripetere quali, hanno creato per l’Italia una straordinaria occasione: si tratta ora di capire se Napoli la sta sfruttando oppure no. Ben venga, dunque, la provocazione di Tobias Pillar, l’autorevole corrispondente della Faz (Frankfurter Allegemaine Zeitung) ripresa ieri da questo giornale. Pillar, che non è uno sprovveduto, ma un esperto di economia e di turismo, si chiede come mai Napoli continui a sprecare tanto ben di Dio. E già la immagina come una nuova Dubai, con architetture griffate, alberghi superstellati e isole artificiali per miliardari. Ben venga, questa provocazione, perché se nei mesi scorsi neanche le più composte riflessioni del direttore dell’Istat sono servite ad aprire un utile confronto di merito, allora è evidente che servono gli schiaffoni. In città per un convegno, Giorgio Alleva, dell’Istat, aveva infatti detto che qui i turisti arrivano sempre in maggior numero, ma che il dato percentuale non giustifica affatto i salti di gioia. Perché? Semplicemente, perché nella classifica delle cinquanta località italiane più frequentate, Napoli è appena quindicesima. Ed è preceduta non solo da Roma, Milano, Venezia, Firenze e Torino, ma addirittura da CavallinoTreporti, un comune di poche migliaia di residenti in provincia di Venezia. Cavallino ospita più di sei milioni di turisti l’anno, mentre Napoli, molto più grande, meno della metà. Si potrebbe aggiungere, come del resto fa anche Pillar, che nel 2016 l’incremento turistico rispetto all’anno precedente è stato, a Napoli, dello 0,6% e a Roma e Torino rispettivamente del 4,6% e del 12,9%.