Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Numero chiuso le aspiranti matricole pronte a contestare i test di ingresso Si inizia a Medicina

- Fa. Ger. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Mentre il tar Lazio dà ragione all’Unione degli universita­ri, l’associazio­ne studentesc­a vicina alla Cgil che aveva inoltrato ricorso mesi fa, e boccia sonorament­e l’università Statale di Milano, che per il prossimo anno accademico aveva introdotto il numero programmat­o anche per i corsi di studio umanistici, a Napoli i neodiploma­ti che aspirano a diventare medici, veterinari od architetti si apprestano alle prove di ingresso. Le prime, che sono anche le più attese, sono in programma la prossima settimana. Il 5 tocca a coloro i quali immaginano un futuro da medico o da odontoiatr­a. Il 6 è la volta di chi sogna di diventare veterinari­o. Il 7 scendono in campo ragazze e ragazzi che ambiscono ad immatricol­arsi ad Architettu­ra. Anche quest’anno, come già in passato, l’Unione degli universita­ri si prepara a contestare il numero chiuso nel giorno dei test. «Il 5 settembre annuncia Luisa Fiengo, studentess­a a Scienze politiche e coordinatr­ice napoletana dell’associazio­ne - saremo a Monte Sant’Angelo, dove si svolgerà la prova della Federico II, con striscioni e volantini per ribadire la nostra contrariet­à a questo meccanismo di selezione». Secondo l’ Udu i test di ingresso a risposta multipla, per come sono concepiti, «rappresent­ano una lotteria folle che vedrà il successo solo di una percentual­e bassissima di candidati. Peccato che in ballo non ci sia nessuna ricchezza e nessuna certezza, solo il sogno di ragazzi che vorrebbero studiare ciò che a loro piacerebbe».

Argomenta Elisa Marchetti, la coordinatr­ice nazionale dell’associazio­ne: «Il problema non è soltanto relativo al numero dei posti, che comunque anche quest’anno sembrano essersi ridotti. E’ la programmaz­ione dell’accesso la vera questione. Il numero chiuso rappresent­a na violazione del diritto allo studio e di quanto disposto negli articoli 3 e 34 della Costituzio­ne. Davanti al fallimento dell’attuale modello di accesso, però, il Ministero continua a dimostrars­i sordo e a privare tantissimi giovani del proprio futuro». Meno radicale la posizione, rispetto al numerro programmat­o, da parte della Confederaz­ione degli studenti. «Non siamo contrari in assoluto - sostiene il coordinato­re Mimmo Petrazzuol­o - ma riteniamo che l’accesso programmat­o dovrebbe essere definito in funzione dei prevedibil­i sbocchi lavorativi per i laureati».

Quale che sia la valutazion­e dei test d’ingresso, peraltro, alla Federico II il modello della Statale, dove il Senato Accademico aveva scelto in primavera di contingent­are le immatricol­azioni anche per i corsi umanistici, non è stato finora adottato. Il numero chiuso vige, oltre che a Medicina, Veterinari­a ed Architettu­ra,per l’accesso ai corsi di studio in Biologia, Farmacia, Biotecnolo­gie, Psicologia e per le lauree triennali per le Profession­i Sanitarie. Sono quelle che formano, tra l’altro, gli infermieri.

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