Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Io, fan di Jackson, l’ho incontrato quattro volte e ho raccolto tesori»
«Nell’estate del 1980, appena undicenne, ascoltai per caso la sua voce alla radio che cantava melodiosa ‘I wanna rock with you….’, ne rimasi folgorata. E da allora non mi ha più lasciata!».
Patrizia Stingo ha 48 anni, è napoletana, lavora come impiegata al Cnr, ha due figli, ma da trentasette anni la sua più grande passione è sempre stata Michael Jackson. Diventando, nel tempo, tra le collezioniste più accreditate in Europa del “Re del Pop”. Da oggi e fino al 30 settembre una parte di questi oggetti (per esempio un pantalone, due cappelli, di cui uno firmato) saranno esposti al Pan di Napoli, nell’ambito della mostra internazionale “Rock 7”. Dai suoi 14 anni Patrizia non si limitò solo ad accumulare oltre un migliaio di oggetti unici ed introvabili, riguardo alla star internazionale, ma inviò al suo idolo, negli anni, regali, che assecondavano i suoi desideri e, quadri, che lo raffigurano (nella famiglia sono tutti artisti); arrivando persino ad incontrarlo in privato quattro volte…
«Il 28 marzo del 1998 – racconta emozionata – insieme con la mia amica Rita, andai a Monaco di Baviera, dove lui si trovava per un viaggio di affari. Appena arrivati all’albergo dove alloggiava, esposi i due grandi dipinti che avevo portato per lui per strada. All’improvviso vidi Michael spuntare dietro alla tenda della finestra e, dopo, avermi salutata, mi fece segno di salire». A questo punto tre bodyguard portano lei e l’amica verso il suo sogno più grande: «Gli strinsi la mano e lo sommersi di regali, ma quella volta anziché recapitarglieli tramite il suo staff, glieli stavo consegnando di persona!». Jackson era con suo figlio Prince, che muoveva i primi passi, inciampando vicino ai dipinti srotolati. «Michael – dice ancora – mi fece i complimenti e mi ringraziò applaudendo ed inchinandosi, con le mani giunte, come fanno i giapponesi. Alla fine gli chiesi se potevo stringerlo, mi spalancò le braccia, avvolgendomi come se mi conoscesse da sempre. Chiusi gli occhi, sentivo i suoi capelli sotto le mie mani e la sua guancia contro la mia. Il profumo di cipria mi riempiva le narici, mentre mi carezzava la testa. Quando ci lasciammo, mi salutò con un ‘I love you’». Infine il triste epilogo. Da quel momento le sue scelte di vita, sposarsi, avere figli, non gli permisero più di seguirlo. Nel 2009 aveva deciso di partecipare ai suoi concerti londinesi, «ma quell’esibizione non ci fu mai…», racconta commossa.
Doni «Lo inondavo di regali, e una volta a Monaco riuscii a offrirglieli di persona»