Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Laura Morante: a Napoli il mio nuovo thriller ironico
Per Laura Morante un premio alla carriera e un reading ad Agerola, stasera, ospite del festival «Sui Sentieri degli Dei». Ma anche un arrivo in teatro, a dicembre al Diana, con un testo ispirato a Goldoni, e soprattutto un film, in uscita in autunno, «Bob e Marys», girato con Rocco Papaleo interamente a Napoli.
Che succede,la Campania ha scelto di adottarla?
«Sembrerebbe di sì. Conosco bene Napoli per esserci venuta più volte, ma devo dire che in questi tempi è divenuta quasi una tappa obbligata per il mio lavoro. Senza dimenticare Procida, l’isola cara a mia zia Elsa, in cui manco da tempo, ma che all’epoca quando ci venni per un set fotografico mi riportò subito alla memoria le struggenti pagine dell’ “Isola di Arturo”».
Partiamo allora da Agerola dove sarà ospite alle 21 nel Parco Colonia Montana di San Lazzaro e dove riceverà un premio alla carriera, come attrice teatrale e cinematografica.
«L’ho appena saputo e non posso che esserne felice, ma ci tengo molto anche alla lettura che farò subito dopo, ‘Raccontami’, in cui presenterò quattro testi di Julio Cortázar, J. D. Salinger, Truman Capote e Dino Buzzati. Autori che ho messo insie-
La vostra città è ormai per me tappa d’obbligo Sarò presto al Diana Mi è molto cara Procida, l’isola raccontata da mia zia Elsa
me per il loro modo di narrare, fra precisione realistica e trasfigurazione visionaria, capaci dar vita a personaggi che potremmo definire invisibili».
Spettacolo con musiche, peraltro di un gruppo tutto napoletano.
«È vero, le mie parole saranno punteggiate da un trio partenopeo con Gianni Guarracino alla chitarra e la direzione musicale a cura di Marco Zurzolo».
Il teatro è una passione ritrovata? «Anche se il cinema mi ha dato maggiore popolarità, sono molto legata al teatro, con cui ho debuttato giovanissima grazie a Carmelo Bene, con cui recitai nel ‘Riccardo III’ e nell’ ’Amleto’ e che per me rappresentò un banco di formazione, anche psicologico, straordinario. Era la fine degli anni ’70 e io provenivo dall’esperienza della danza, prima di lanciarmi nell’avventura delle cantine off della Roma del tempo».