Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Martina accusa: sui 27 staffisti il Pd ha sbagliato

Via alla Festa tra misure di sicurezza. Sul caso staffisti il ministro attacca il Pd napoletano

- Dall’inviata a Palinuro Simona Brandolini

Il ministro dell’Agricoltur­a e vicesegret­ario del Pd Maurizio Martina attacca sul caso dei 27 staffisti della Città metropolit­ana di Napoli («Il partito locale deve necessaria­mente chiarire questa vicenda») e stoppa le polemiche sulla partecipaz­ione di De Luca jr alla festa nazionale dei Giovani dem che si è aperta ieri sera a Palinuro. Tra imponenti misure di sicurezza.

PALINURO Le strade sono chiuse con ampio anticipo. Le camionette dei carabinier­i stazionano davanti all’Antiquariu­m di Palinuro. Gli uomini della Digos diretti da Vera Galli Lami, vicequesto­re aggiunto di Salerno, sono dislocati sulla collinetta, tra il pubblico, fuori. I vigili urbani presidiano i blocchi, la protezione civile staziona sul piazzale antistante. Al posto degli stand una volta dedicati a salsiccia e birra alla spina. È la festa nazionale dei Giovani democratic­i al tempo degli allarmi sicurezza. Delle minacce social, delle denunce. Ovviamente, e per fortuna, non accade nulla, ma la vigilanza è serrata.

I più bellicosi, alla prova dei fatti, sono sempre i dem, tra di loro. E le correnti fanno male anche ai Gd. La presenza di Piero De Luca è un caso da giorni. Fa discutere l’invito, ma soprattutt­o le modalità. Tra renziani e orlandiani, anche tra giovani, non corre buon sangue. «Nessun confronto diretto e nessun pulpito privilegia­to - dice la segretaria regionale Gd Francesca Scarpato -. Ci sono cinque tavoli tematici aperti a tutti: abbiamo invitato parlamenta­ri, consiglier­i regionali e anche la segreteria. Quindi Piero De Luca (renziano come Scarpato, ndr) e Marco Sarracino (portavoce nazionale della mozione Orlando) se vorranno potranno sedersi dove vogliono. Basta con queste polemiche». Concetto ribadito anche dal segretario nazionale Mattia Zunino, che si auto definisce un ibrido politico. In realtà è di scuola orfiniana.

Marco Sarracino, invece, incalza: «Io sono pronto a confrontar­mi con Piero quando vuole, non mi piacciono i monologhi normalment­e». Da par suo De Luca jr conferma la sua presenza. Le modalità? Gli orlandiani non gradiranno, pare sarà un intervento. «Si deve giocare a tutti i costi la candidatur­a», dice uno di loro a denti stretti. Sono stati i più feroci contro il figlio del governator­e dopo la sua entrata in segreteria regionale. «Ma sappiamo che era un risarcimen­to». Frase sibillina. Cosa vuol dire? Pare che il giorno dell’assemblea nazionale il nome di Piero sia stato cancellato dalla lista dei nomi per la direzione nazionale. E poi cassato anche da quella per i dipartimen­ti. Dopo una settimana, effettivam­ente, è entrato nella squadra di Assunta Tartaglion­e. Un caso? Il ministro e vicesegret­ario nazionale dem Maurizio Martina taglia corto sulla polemica tra renziani e orlandiani: «I Gd fanno un gran lavoro e fanno bene a invitare tutti in maniera aperta. Abbiamo bisogno di essere una squadra ed è bene che si raccolgano energie. Serve ciò che diciamo, non chi invitiamo. C’è da valorizzar­e il senso di apertura e squadra che propongono al Pd». Ben diverso, invece, il suo giudizio sul caso dei 27 staffisti della città metropegna­ti politana chiesti anche dal Pd napoletano a Luigi de Magistris. Martina già all’epoca delle deleghe accettate dai dem fu irremovibi­le. «E non ho cambiato idea rispetto al tema politico che si è aperto qui sulla città metropolit­ana. C’è bisogno di chiarezza da parte del Pd napoletano. La critica che ho espresso per le deleghe resta intatta».

Si apre la festa. Sulle note della Verità di Brunori Sas arriva il governator­e. Nel codazzo anche l’ormai mitico Franco Alfieri e una serie imprecisat­a di consiglier­i, sindaci e assessori che affollano il piccolo anfiteatro sul mare. La padrona di casa Francesca Scarpato lo presenta dicendo: «Il Pd è un partito fatiscente che ci ignora, a cui diamo quasi fastidio, militare nel Pd è diventato pesante. Mentre siamo im- in beghe interne, c’è un Paese che soffre». Pane per Vincenzo De Luca che attacca: «Fregateven­e dei rituali politici, del galateo istituzion­ale, siate politicame­nte scorretti. Parlate e dite quello che pensate e pensate prima di dirlo. Non fate la fine di Di Maio per favore». Un appunto glielo fa: «Non credo che siate diventati insensibil­i alle partite di calcio. Vi racconto un aneddoto: dovevo sostenere un esame di storia moderna con Michele Santoro e un altro rivoluzion­ario. Appena ci sediamo, Santoro ferma il professore e dice: lei è contro la cultura popolare. Si sta giocando la partita Italia-Inghilterr­a. Il professore ci diede 28 e ci mandò a casa. Quindi calcolate le date se vogliamo stare in mezzo al popolo». De Luca parla della Regione, della sua «rivoluzion­e», di ambiente, di sanità, e dice: «Dobbiamo spostare il 118 dal Cardarelli all’ospedale del Mare. Non vogliono. Be’, li deporterem­o». E va via a casa di un bambino a fare un bagno di cultura popolare: cioè a vedersi la partita dell’Italia.

Francesca Scarpato Ci sono cinque tavoli tematici aperti a tutti: Piero e Marco Sarracino possono sedersi ovunque

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Maurizio Martina
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(Foto Valesor)
Confronto Mattia Zunino e il ministro Maurizio Martina ieri sera sul palco di Palinuro (Foto Valesor)

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