Corriere del Mezzogiorno (Campania)
La Cgil: premi per gli operai che segnalano cantieri abusivi
Sannino, segretario regionale degli edili: «Noi non ci giriamo dall’altra parte»
Una premialità, in termini di sostegno al reddito, per gli operai che segnalano — o meglio, denunciano — il cantiere abusivo dove sono stati chiamati a lavorare. L’idea è del segretario generale regionale degli edili della Cgil, Giovanni Sannino. Un dirigente sindacale tra i più esperti per una presa di posizione forte e coraggiosa al tempo stesso, che potrebbe aprire le porte a una discussione (finalmente) concreta su un tema — quello dell’abusivismo, appunto — attorno al quale si moltiplicano, ciclicamente, chiacchiere e sterili polemiche. Innanzitutto politiche.
«L’abusivismo — spiega il leader della Fillea Campania — è una vera e propria piaga: per gli scempi che produce sul territorio, per il dissennato consumo di suolo e di terreno agricolo, per gli effetti distorsivi sulla collettività e sullo stesso settore delle costruzioni, per la enorme dimensione di occupazione irregolare e di evasione fiscale e contributiva». Certo, prosegue, «vanno rafforzati i controlli e potenziati gli uffici pubblici per le verifiche sulle migliaia pratiche di condono e sugli interventi disposti e realizzati, come va affrontata l’emergenza abitativa e ricostruito un patrimonio di edilizia residenziale pubblica e popolare». Detto questo, però, «occorre sapere che gli abusi edilizi hanno più protagonisti: chi decide di aggirare le norme urbanistiche e ambientali per un proprio tornaconto, la ditta che rende possibile l’illecito e i lavoratori che eseguono materialmente i lavori, molto spesso organizzati dal caporale di turno; poi c’è chi fa finta di niente e viene meno ai suoi doveri istituzionali». Livelli di responsabilità «diversi, evidentemente, ma di certo tali». E il sindacato, la Fillea in questo caso, «non si gira dall’altra parte e non difende l’indifendibile».
Ma come? «Un contributo al contrasto all’abusivismo può sicuramente venire se si spezza la catena di “complicità prostrata” che lega i lavoratori alle ditte dedite all’abusivismo “tout court”, e quelle che dal lunedì al venerdì sono impegnare in opere regolari e al sabato e la domenica edificano illegalmente». Un sistema in cui «senza dubbio le prime vittime, dal nostro punto di vista, sono le prede dei caporali e dell’occupazione al nero».
Dunque, sempre secondo Sannino, «la vera sfida che lanciamo come Cgil edili risiede nella capacità di scommettere in meccanismi di tutele del reddito, che possano anche avvalersi del sostegno del sistema bilaterale di settore, specifici per tutti i lavoratori che decidono di affrancarsi da ogni forma di sfruttamento». Una sorta «di sistema premiale per quelli che prendono il coraggio a due mani e decidono di segnalare il cantiere fuorilegge, evitando così uno scempio». Un po’ codi me avvenuto per la «campagna contro il caporalato e per la bonifica e la emersione delle aziende sequestrate e confiscate alle mafie e camorre».
Una partita, quella della lotta all’abusivismo e a tutte le distorsioni che ruotano attorno al fenomeno, «decisamente impegnativa in una regione dove il lavoro sommerso tocca punte del 40%». E «visto che, evidentemente, ci sono tanti operai edili impegnati nei cantieri abusivi, questo chiama in causa le responsabilità e la funzione anche del sindacato. Proprio per individuare strumenti deterrenti e persuasivi al fine evitare che si saldino convenienze speculative con gli altri protagonisti dell’illecito».
Il riferimento «è soprattutto ai grandi abusi, ossia le costruzioni di interi lotti che compaiono miracolosamente nel giro di poche ore o di pochi giorni. Inoltre c’è da fare un distinguo tra le posizioni degli stessi lavoratori: ovvero tra chi si ritrova sul cantiere perché disoccupato e costretto dalla crisi, e chi, magari operaio specializzato, integra il proprio salario, cercando una soluzione individuale al forte disagio di una categoria in crisi».
Infine: «Se il governatore Vincenzo De Luca sollecita pene più severe per gli abusivisti, spingendole fino a tre anni, con l’interdizione perpetua delle ditte dal mercato, il sindacato, ripeto, non può far finta di nulla, almeno per quanto di specifica competenza. Tanto più visto che le imprese non sembrano troppo interessate alla questione».
Bisogna spezzare la catena di “complicità prostrata” che lega i lavoratori alle ditte dedite alle costruzioni illecite «Incentivo» Immaginiamo una forma di sostegno al reddito per chi trova il coraggio di denunciare