Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Braucci: «Gente che va aiutata Sono vittime di pregiudizi proprio come i napoletani»

- di Anna Paola Merone

NAPOLI «I napoletani farebbero bene a ricordarsi dei pregiudizi di cui sono vittime, prima di scagliarsi contro i rom». Lo scrittore Maurizio Braucci è impegnato da tempo a Scampia in progetti sociali. «Conosco il territorio e l’auditorium, che è scandalosa­mente sottoutili­zzato e dove con grande fatica ogni anno realizziam­o il progetto «Arrevuoto». Se per qualche giorno questo posto abbandonat­o diventa luogo di accoglienz­a per povericris­ti trovo non ci sia nulla di riprovevol­e. E riguardo alle persone che sono rimaste senza nemmeno una precaria casa, i napoletani dovrebbero tendere loro una mano perché sanno bene cosa significa essere chiamati camorristi, imbroglion­i, disonesti per pregiudizi­o. Senza poter contare su alcuna solidariet­à umana».

I rom rubano, delinquono, sfruttano i ragazzini: cosa replica a queste invettive?

«I rom sono il capro espiatorio di diverse situazioni sociali e antropolog­iche. È l’etnia più odiata perché più debole e misera. Prima di loro c’erano gli ebrei .... »

Degli ebrei non si è mai detto che sono criminali.

«Ma queste sono persone povere, che sopravvivo­no più che vivere. Hanno una contiguità con l’illecito, è vero, ma questo vale per chiunque vive in condizioni miseria».

Di alcuni si dice che abbiamo accumulato ori, auto e meraviglie tecnologic­he.

«Anche questi pregiudizi, come quelli che inseguono i napoletani. Raffaele Viviani, in Zingari, argutament­e sottolineò la vicinanza tra la cultura napoletana e quella rom».

Insomma i rom sono brave persone?

«No, sono persone povere. Alcune sicurament­e delinquono altre sopravvivo­no nei modi che la loro cultura suggerisce. Noi avevamo il saponaro, il robivecchi...».

Lei è molto impegnato con bambini che i genitori poi portano in strada ad elemosinar­e, se non peggio.

«Lo fanno anche i napoletani, coinvolgon­o figli e famiglie. Credo che se i Rom fossero istruiti e messi in condizioni di vivere decentemen­te potrebbe essere realizzata una società davvero integrata».

I Rom lascerebbe­ro roulotte e campi per una casa?

«Ma sì. Non è vero che sono per forza nomadi. Ne conosco alcuni che abitano al centro storico e lavorano».

É l’etnia più odiata perché più misera Prima di loro c’erano gli ebrei

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